Prelievo multiorgano all’Ospedale “Civico” di Partinico. Dopo il periodo di osservazione obbligatorio per legge da parte del collegio medico – la cui convocazione è stata richiesta dal Direttore della UOC Terapia intensiva, Sandro Tomasello, e costituito dalla Responsabile delle funzioni igienico organizzative del nosocomio, Francesca La Sala, dall’anestesista rianimatore Petra Slavikova, e dal neurologo Giacomo Fisco – è stato eseguito il prelievo di fegato e reni da un donatore in morte cerebrale.

Tutte le attività, seguite sin da ieri dal Direttore generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni, si sono svolte in sinergia e con la costante collaborazione del CRT, Centro Regionale Trapianti.

L’intervento

L’intervento è stato effettuato dai chirurghi dell’ISMETT, supportati dagli anestesisti dell’Ospedale di Partinico Maurizio Salemi e Paola Giangreco

“Siamo profondamenti grati ai familiari del donatore per lo straordinario atto di solidarietà, amore e altruismo che consentirà di ridare nuove prospettive di vita a pazienti in attesa di trapianto – ha sottolineato il Direttore generale dell’Asp, Daniela Faraoni – il riconoscimento sentito dell’Azienda va al personale medico ed infermieristico dell’Ospedale di Partinico ed all’intera equipe chirurgica che hanno dimostrato professionalità e spirito di integrazione multidisciplinare”.

Il trapianto innovativo all’Ismett

Il cuore arriva a Palermo in una scatola: pulsante e battente. E’ stato eseguito presso Ismett il primo trapianto grazie alla tecnologia “Heart in the box”. Si tratta del primo intervento di questo tipo eseguito nel Mezzogiorno. La tecnologia messa a punto negli Stati Uniti è stata utilizzata fino ad ora nei migliori centri trapianti di Europa e Nord America.

La novità

“Il cuore – spiega Sergio Sciacca, responsabile del Programma di Trapianto di Cuore di Ismett – è arrivato presso il nostro centro trasportato in una sorta di scatola sterile, un dispositivo all’interno del quale l’organo è perfuso con il sangue del donatore e continua a pulsare. Con questa tecnologia si riducono i tempi di sofferenza ischemica dell’organo cardiaco, perchè durante il trasporto il muscolo cardiaco continua a ricevere sangue ed ossigeno per le proprie funzioni metaboliche.

E’ possibile, inoltre, eseguire controlli biochimici ed acquisire dati che assicurino sulla buona funzionalità del cuore una volta trapiantato”. Il prelievo è stato eseguito da un’équipe di Ismett composta da cardiochirurghi (Sergio Sciacca e Matteo Greco), perfusionisti (Andrea Giunta e Rosi Longo) ed un infermiere di sala operatoria (Giancarlo Cappello). L’organo prelevato è stato collegato al dispositivo ed irrorato durante un lungo viaggio di circa 6 ore, continuando a battere fino all’arrivo in sala operatoria ad ISMETT. Qui è stato trapiantato ad un paziente siciliano in lista d’attesa da due anni.

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