Dalle canzoni neomelodiche con tanto di sirene della polizia messe a tarda notte durante la seduta sul piano di riequilibrio, a capigruppo di maggioranza che saltano sui tavoli con movimenti che farebbero invidia ai canguri. Di vicende grottesche ne ha dovute affrontare davvero tante la presidenza del Consiglio Comunale di Palermo. Alcune di queste fanno discutere tutt’oggi, altre sono andate nel dimenticatoio, annoverate alla voce dei “tumulti d’aula” che ci possono stare nella grammatica politica. Eppure, è stato un 2023 produttivo per il Comune di Palermo, abituato nel recente passato a ritmi ben più blandi. Ad elogiare il lavori fatto dal Consiglio Comunale è il presidente Giulio Tantillo, affiancato questa mattina dai suoi vice Giuseppe Mancuso e Teresa Piccione nella conferenza stampa di fine anno sui lavori svolti prima a Palazzo delle Aquile e poi, a causa dei lavori in corso sulla struttura di piazza Pretoria, a Palazzo Comitini. Oltre 700 debiti fuori bilancio votati negli ultimi dodici mesi, con la media di due delibere a settimane votate dall’aula.

Lo stato della maggioranza e il caso Milazzo

Numeri sicuramente confortanti al netto delle interlocuzioni in atto all’interno del centrodestra. Fibrillazioni sulle quali Tantillo non esprime preoccupazioni, attribuendo queste oscillazioni ad equilibri ancora da trovare. “Credo che la maggioranza sia in una fase di rodaggio. Ma alla fine la quadra sugli atti si trova sempre“, ha dichiarato l’esponente di Forza Italia, il quale ha poi detto la sua su quello che è stato ribattezzato “caso Milazzo”. Come è noto, l’esponente di Fratelli d’Italia ha protestato veementemente contro l’allora presidente pro tempore Giuseppe Mancuso, reo a suo dire di portare avanti i lavori d’aula con la seduta chiusa. In quell’occasione, esattamente il 20 dicembre scorso, l’esponente di Fratelli d’Italia, saltò sui banchi della Giunta e della presidenza togliendo di mano il microfono allo stesso Mancuso.

Gesto deprecabile che Tantillo condanna, ricostruendo però come sono andate le cose a suo giudizio. “Personalmente condanno tutto quello che è avvenuto ed esprimo la mia piena solidarietà al presidente pro tempore Mancuso. Dai video si evince che il presidente pro tempore, ovvero lo stesso Milazzo, aveva chiuso la seduta. Da quel momento, non c’è lo spazio per potere riaprire i lavori d’aula. Il presidente Mancuso entrava in quel momento e non ne era a conoscenza. Milazzo chiedeva un richiamo alla legge per dire che la seduta non poteva continuare. Nella forma ha sbagliato, ma la richiesta era legittima“.

La stima per Roberto Lagalla

Tantillo non ha poi mancato di esprimere la sua stima per il sindaco Roberto Lagalla. “Quello che mi ha impressionato di lui è che è un grande lavoratore. Lo vedo impegnato in prima persona sulle carte. A volte mangia anche in ufficio per seguire tutto. Anche perchè, considera la città come una famiglia vera e propria”.

I problemi della sede: lavori a rilento a Palazzo delle Aquile

Lavori d’aula che procedono al netto di difficoltà tecniche derivanti dalle opere di ristrutturazione a Palazzo delle Aquile. L’attuale sede dell’ex Provincia, infatti, si è dimostrata non adatta ai bisogni dei consiglieri. “Bisogna trovare una soluzione. La difficoltà è veramente enorme. Siamo in una situazione difficile. Me ne accorgo tutti i giorni. Basta pensare che il mio ufficio è ancora a Palazzo delle Aquile e sono senza ascensore. E’ da un mese che non vedo lavori al palazzo di città. Ci avevano detto che entro fine anno avrebbero tolto la moquette. Questo non l’ho visto”.

L’assenza di alcuni dirigenti

Difficoltà a cui si aggiungono anche quelle dettate da una distanza fra il Consiglio e gli uffici tecnici. Problema che vede tutti i partiti concordi in maniera trasversale. “E’ un problema che interessa le minoranze ma anche la maggioranza. Non è possibile andare avanti senza gli uffici – ha insistito il presidente del Consiglio -. Dal prossimo anno non ci sarà seduta in cui si andrà avanti senza i dirigenti. Preleveremo l’atto e ci fermeremo fino a quando non si presenteranno. Li abbiamo sempre convocati. Non c’è proposta che viene affrontata senza le relative convocazioni. Se vediamo qualcuno che è stato abituato un po’ male, questo non va bene. Non sarà più così. I dirigenti adesso sono tanti. Non ci sono più scuse”.

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