Non avranno nulla da festeggiare domani, perché da anni attendono di tornare al lavoro, di avere i mezzi per condurre una esistenza dignitosa.

Per l’ottavo anno consecutivo è un primo maggio senza festa per gli operai della Blutec, che domani si ritroveranno davanti ai cancelli della fabbrica di Termini Imerese, in provincia di Palermo, proprio nella giornata simbolo del lavoro, per rilanciare, ancora una volta, la necessità di trovare una soluzione all’annosa vertenza.

La manifestazione, organizzata da Fim Fiom e Uilm, si terrà nel viale che fino a sette anni fa portava il nome dell’avvocato Gianni Agnelli, ma dal 2013 intitolato proprio all’1 maggio.

Il raduno comincerà alle 9,30 e si concluderà con l’intervento di Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom.

“Non è più tempo di rinvii: serve piena chiarezza sulla vicenda che riguarda Termini Imerese, sui lavoratori dell’ex stabilimento Fiat e dell’indotto e sulle prospettive di rilancio di un’area dalle grandi potenzialità. La Regione continuerà a esercitare la massima pressione politica sul Governo nazionale affinché si adottino i dovuti provvedimenti e si avvii, allo stesso tempo, una interlocuzione con Fca perché ritorni al tavolo delle trattative”.

Lo ha detto il 24 aprile il governatore Nello Musumeci nel corso dell’incontro, avuto a Palazzo d’Orleans, con Roberto Mastrosimone, Ludovico Guercio e Vincenzo Comella, rappresentanti sindacali di Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm al culmine della protesta dei lavoratori Blutec in piazza Indipendenza.

Adesso i lavoratori, che hanno anche protestato a Roma, chiedono un intervento risolutivo da parte del governo nazionale.

Dopo la conferma del sequestro della società da parte del Tribunale di Torino nell’ambito dell’indagine per malversazione ai danni dello Stato trasferita da Termini Imerese al capoluogo piemontese che indaga i vertici di Blutec con l’accusa di avere distratto 16 milioni di euro di finanziamenti pubblici concessi attraverso Invitalia, Fim Fiom e Uilm sollecitano il commissario, Giuseppe Glorioso, ad accelerare il processo di reindustrializzazione.

“Il commissario può superare le difficoltà e aiutare il percorso di rilancio dell’area industriale – sostiene il segretario della Fiom siciliana, Roberto Mastrosimone – C’è un problema di tempi, il 30 giugno scade la cassa integrazione e in fabbrica gran parte del lavoro, che ha impegnato 130 operai, è fermo. Chiediamo al commissario di accelerare il confronto con il ministero dello Sviluppo, con la Regione e con Fca per creare le condizioni necessarie a far rientrare al lavoro mille persone che aspettano ormai da troppi anni”.

Per la Fiom “se Fca non è interessata al rilancio, allora il ministro Luigi Di Maio, che si è impegnato in prima persona venendo più volte a Termini Imerese, e il governatore Nello Musumeci collaborino per trovare una soluzione alternativa che dia finalmente un futuro ai mille lavoratori diretti e dell’indotto e alle loro famiglie”.

(foto di repertorio)

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