Arrivano diverse assoluzioni e salta anche qualche accusa nella sentenza di appello in abbreviato per 16 imputati al processo “Game over”, operazione della squadra mobile di Palermo che si sviluppò prevalentemente su Partinico nel 2018 e che svelò presunti intrecci tra mafia e giro di scommesse clandestine. Mentre in primo grado erano stati inflitti 83 anni e mezzo, le pene si sono ridotte a 67 anni. Ieri è stato enunciato il dispositivo, entro 90 giorni le motivazioni.

La pena più alta per Francesco Nania

Sicuramente imputato di spicco in questo troncone rimane  Francesco Nania, ritenuto dagli inquirenti il nuovo capo della cosca partinicese, che si è visto ridurre la pena di 3 anni e 4 mesi perché sono cadute le accuse di truffa e traffico di sostanza stupefacenti. La condanna per lui scende a 12 anni e 8 mesi e si conferma la più alta tra tutti gli imputati. Nania è considerato il braccio destro del presunto capo di questo sistema criminale, l’imprenditore di Partinico Ninì Bacchi, imputato nel processo ordinario. Assolti da tutte le accuse: Devis Zangara, che in primo grado aveva avuto inflitti 4 anni per riciclaggio; Alessandro Acqua, Marco e Vincenzo Corso, e Antonio Mollisi, che complessivamente avevano avuto 6 anni ma che adesso vengono riconosciuti non colpevoli dei reati di associazione per delinquere, raccolta scommesse abusiva e truffa.

Riduzioni delle pene molto contenute

Per il resto la riduzione delle pene è stata molto più contenuta: per Benedetto Sgroi cade la sola accusa di truffa, condannato in appello a 11 anni e 7 mesi (12 anni e 2 mesi in primo grado); 12 anni e 4 mesi sono stati inflitti ad Antonino Pizzo per cui sono venuti meno le accuse di truffa e traffico sostanze stupefacenti (13 anni in primo grado); Antonio Lo Baido viene assolto solo dalla truffa e si vede abbassare la pena dai 12 anni del primo grado agli 11 e 8 mesi dell’appello; per Orvieto Guagliardo non c’è più l’intestazione fittizia di beni e la condanna cala di 5 mesi rispetto al primo grado, a 8 anni e un mese. Un anno e 10 mesi ciascuno (contro i 2 anni e 2 mesi del primo grado ) invece per Marco Cannatella e Giuseppe Alessandro Lo Bianco per cui è caduta l’accusa di intestazione fittizia di beni; condannato a un anno (4 mesi in meno rispetto alla sentenza di primo grado) Davide Di Benedetto per cui è caduta l’accusa di truffa.

Solo per due imputati la conferma della condanna

Pene e accuse confermate soltanto per Davide De Simone e Giuseppe Gambino che hanno avuto inflitti 2 anni e 8 mesi e 3 anni e 4 mesi. Ordinato il dissequestro dei conti correnti di alcuni dei congiunti di questi imputati, mentre sono stati confermati i risarcimenti alle 7 parti civili per tutti gli imputati condannati e che dovranno sborsare 2 mila euro ciascuno.

Articoli correlati