Come sempre uno come Gianfranco Miccichè non le manda a dire. E il suo modo di parlare, schietto, crudo e senza filtri, finisce per farlo diventare una sorta di “Mourinho” della politica. Dichiarazioni, le sue, mai scontate e le ultime sono davvero pesanti come un macigno su politica e giustizia. A far enorme rumore sono le dichiarazioni rilasciate al Giornale di Sicilia dove il presidente dell’Assemblea regionale siciliana senza mezzi termini sostiene che le Procure italiane sino profondamente infestate dalla politica: “Non cerco sponde in altri partiti, – afferma – io sono stato a lungo uno dei più convinti assertori del maggioritario. Oggi ho capito che per l’Italia è il sistema sbagliato. Appena uno vince le elezioni, gli altri si mettono insieme fra loro d’accordo con le Procure, per farlo cadere. E’ un inarrestabile meccanismo di odio. Accantoniamo il maggioritario e torniamo al proporzionale: ci salviamo solo grazie all’enorme credibilità di Mario Draghi”. D’altronde che Miccichè, un po’ come il suo partito (Forza Italia) non abbia mai gradito le Procure non è certo che si scopre oggi con queste sue parole. Da tempo immemorabile non si fa altro che parlare di “anti berlusconismo” telecomandato proprio dalla giustizia.

La linea politica

“In Sicilia – aggiunge Miccichè – mi interessa di più avere un modello di governo uguale a quello nazionale, convinto come sono che a Roma non si potrà fare a meno di trovare una soluzione perché il successore di Draghi sia ancora Draghi. Sposiamo una linea identica a quella di Roma, oppure rischiamo davvero grosso”. E poi si spinge anche oltre al riguardo proprio del sistema elettorale siciliano: “Abolirei l’elezione diretta del presidente della Regione. Magari la reintroduciamo tra 10 anni. Se vogliamo evitare quello a cui assistiamo spesso all’Ars, tra liti furibonde, guerre, arroganza da una parte e dall’altra, serve una via diversa. Mi sono spesso trovato in imbarazzo e difficoltà davanti a questa chiara volontà di creare ogni volta lo scontro. Ma basta”.

Gli schieramenti esistono ancora?

Riguardo poi alla sua fede politica, il presidente dell’Ars bacchetta il centrodestra: “Il centrodestra è la mia vita da 25 anni e ne sono felice – premette -. Cracolici forse ha ragione quando dice ‘c’è ancora il centrodestra?’. Io ho altrettanto ragione quando gli rispondo ‘ma c’è mai stato il centrosinistra?’. E’ chiaro che c’è una crisi complessiva”. Parlando delle comunali a Palermo, Miccichè rilancia il nome di Giulio Tantillo; ‘bocciata’ invece l’idea di Leoluca Orlando alla guida della Regione: “Non ha oggettivamente senso – conclude -. Se dovessi passare una serata con lui glielo sconsiglierei fortemente, non credo sia più nelle condizioni, nell’età, nella lucidità digitale – lui è il massimo dell’analogico, come me – per guidare la Regione”.

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