Sono attesi all’Ars, secondo quanto si apprende, bilancio e legge di stabilità approvati dalla giunta Musumeci dopo la riunione che si è tenuta domenica scorsa a Pergusa. Il tradizionale ritiro che il Presidente della Regione organizza per i suoi assessori per trattare senza interruzioni le materia di bilancio e legge di stabilità è servito, anche questa volta, a giungere ad un punto di svolta. Il documento è stato sviscerato dalla giunta e, tornati a Palermo, gli assessori hanno messo nero su bianco l’approvazione del disegno di legge che è avvenuta ieri sera a Palazzo d’Orleans.

L’iter della norma, però, è ancora molto lungo. Non appena completata la trasmissione toccherà alla commissione bilancio incardinare la proposta di legge e trasmettere alle altre commissioni gli stralci del ddl per i parei di competenza. Intanto si potrà dare il termine per gli emendamenti.

Se non ci saranno ritardi per la prossima settimana la commissione potrebbe entrare nel vivo della discussione e giungere ad approvazione entro fine mese

Intanto in mattinata in commissione Bilancio tocca all’audizione del presidente delle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti per la Regione siciliana in merito alle previsioni del Documento di economia e finanza regionale (Defr) per gli anni 2020-2022 e della nota di aggiornamento. Un passaggio propedeutico proprio all’avvio della discussione sui documenti economico finanziari.

Ma proprio dalla Corte dei Conti arrivano i primi problemi. “Il Defr 2020-2022 risulta ben lontano dal modello tracciato dal legislatore mancando anche quest’anno di elementi sostanziali per poter espletare pienamente le proprie funzioni nel processo di programmazione di bilancio” si  legge nella relazione che la sezione di
controllo per la Regione siciliana della Corte dei conti ha approvato ieri e che i magistrati contabili stanno esponendo in commissione Bilancio all’Ars nel corso di una audizione.

Per la Corte ‘permane la difficoltà di raccordare gli obiettivi di politica economica definiti quantitativamente in
termini di Pil programmatico alle politiche di governo regionale’. Inoltre, ‘non appare adeguatamente sviluppata la
sezione dedicata all’analisi della situazione finanziaria della Regione, che manca di quattro elementi essenziali prescritti dai principi contabili’.

In particolare, per i giudici, manca la costruzione del quadro tendenziale di finanza pubblica della Regione e degli enti regionali sulla base delle risultanze dell’esercizio precedente; manca la manovra correttiva; manca l’indicazione dell’articolazione della manovra necessaria per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica accompagnata
anche da una indicazione di massima delle misure attraverso le quali si prevede di raggiungere gli obiettivi e mancano gli obiettivi programmatici pluriennali di riduzione del debito e del rientro dell’eventuale disavanzo. Infine, si legge nella relazione della Corte, ‘il paragrafo dedicato alla copertura del disavanzo risulta comprensibilmente datato rispetto ai recenti sviluppi conseguenti alla parifica del rendiconto 2018″.

I presupposti non sembrano buoni per l’avvio della discussione. E siamo solo alla parte iniziale del percorso. Giunta l’approvazione in Commissione, infatti, il ddl andrà a sala d’Ercole dove inizierà la discussione vera e propria, quella che da anni ormai si trasforma in costante battaglia politica.

Quest’anno, in più rispetto al passato, c’è anche da aspettare al definizione dell’accordo con lo Stato sul ripiano dell’ultima parte del disallineamento regionale. Un passaggio fondamentale per la tenuta dei conti e per evitare altri pesanti rilievi da parte della magistratura contabile

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