Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legislativo per il rientro del disavanzo della Regione Siciliana. Lo si apprende da fonti di governo ma il testo approvato non è uguale a quello proposto che era frutto della richiesta avanzata dalla Sicilia.

I renziani hanno, infatti, ottenuto la contestata modifica dell’articolo 7. “Sulla vicenda della norma relativa
alla Regione siciliana abbiamo raggiunto l’obiettivo” dice il vicepresidente dei deputati di Italia Viva Luigi
Marattin.

“Alla misura di favore per la regione (la possibilità di spalmare il disavanzo su 10 anni) si è aggiunta la nostra
proposta, accolta integralmente, cioè di affiancare precisi obblighi di riduzione della spesa corrente che dovranno prendere corpo nei prossimi 90 giorni, altrimenti il periodo entro cui il disavanzo potrà essere spalmato tornerà a 3 anni”.

Di fatto ancora una volta uno schiaffo all’Autonomia e allo Statuto per mano renziana.

Le indiscrezioni trovano confemra in ambiente regionale. Il Consiglio dei ministri ha accolto la proposta del governo regionale della Sicilia di spalmare in dieci anni il maggiore disavanzo di oltre due miliardi di euro. Il provvedimento è stato adottato dopo la decisione della Commissione paritetica che ha recepito, all’unanimità, la proposta della Giunta regionale. Alla seduta di Palazzo Chigi ha preso parte anche il presidente della Regione Nello Musumeci, come previsto dallo Statuto siciliano danno sapere da Palazzo d’Orleans
“L’intesa col governo Conte – ha dichiarato il governatore dell’Isola – ci consente di proseguire nell’azione di risanamento, avviata già due anni fa, e di contenimento della spesa, tanto che non abbiamo contratto alcun debito sin dal momento dell’insediamento. Anzi, abbiamo ridotto l’indebitamento di ben settecento milioni di euro, rispetto agli otto miliardi che abbiamo trovato. Eviteremo così di effettuare tagli pesanti, che graverebbero sulle fasce più deboli della popolazione”.
Dal canto suo, l’assessore regionale all’Economia, Gaetano Armao, ha sottolineato che “entro novanta giorni sarà definito con lo Stato un accordo che contenga le prescrizioni richieste dal governo nazionale, ma soprattutto chiuda definitivamente le intese sull’autonomia finanziaria regionale”.

“Fermo restando che il governo garantisce che entro domani arriveranno in Assemblea tutti i documenti finanziari – ha detto in apertura dei lavori il presidente Gianfranco Miccichè – l’aula è convocata il 28 mattina per incardinare i ddl, sperando che la commissione bilancio li abbia nel frattempo esitati. Ci sarà dunque il termine per gli emendamenti e l’aula inizierà l’esame dei ddl il 29 mattina, sapendo fin da ora che in ogni caso dovremo concludere entro il 30 sera”.

L’assessore al Territorio Toto Cordaro ha comunicato che insieme ai due ddl il governo presenterà la richiesta di esercizio provvisorio. L’aula è dunque convocata sabato 28 alle 11. Anche l’elezione del vicepresidente dell’Ars che dovrà prendere il posto di Giancarlo Cancelleri dimessosi dopo la nomina nel governo nazionale, prevista per oggi, è stata rinviata. “Vedremo se potremo farla il 29 – ha detto Miccichè – altrimenti procederemo nel corso della prima seduta utile del nuovo anno”.

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