• Blutec, a Termini Imerese protesta davanti a cancelli
  • Uilm, chiediamo convocazione urgente al Mise
  • La revoca dei domiciliari per Ginatta

I lavoratori della Blutec manifestano oggi davanti ai cancelli dello stabilimento di Termini Imerese per chiedere una convocazione urgente al ministero dello Sviluppo economico”. Lo dicono Gianluca Ficco, segretario nazionale della Uilm, responsabile del settore auto, e Vincenzo Comella, segretario della Uilm di Palermo. “Abbiamo chiesto già al precedente governo la modifica del piano, non possiamo accettare che l’amministrazione straordinaria si chiuda con il licenziamento dei lavoratori – aggiungono – e con una semplice promessa di riassunzione nell’ambito di un progetto di conversione industriale, tutto da verificare”.

Chiesta la convocazione d’urgenza

“I commissari devono essere convocati con urgenza – continuano i sindacalisti della Uilm – per definire un piano che scongiuri i licenziamenti e dia un futuro ai lavoratori di Blutec di tutta Italia, compresi quelli di Termini Imerese. Infine vorremmo che i progetti di riconversione presentati per il sito siciliano, stavolta, fossero oggetto di una valutazione attenta da parte delle Istituzioni”. A fianco degli operai Fim Fiom e Uilm. I sindacati attendono la risposta alla richiesta inviata qualche giorno fa al Mise di ‘una convocazione urgente’. ‘A giugno scade la cassa integrazione e non sappiamo nulla del progetto di rilancio della fabbrica e dell’intera area di Termini Imerese – aggiunge Mastrosimone – Bisogna agire subito, serve una soluzione industriale, altrimenti crolla tutto. In ballo ci sono mille lavoratori. E’ da dieci anni che attendiamo una svolta che non arriva mai’.

La revoca dei domiciliari per Ginatta

Il tribunale di Torino ha revocato gli arresti domiciliari all’imprenditore Roberto Ginatta, 74 anni, indagato nel capoluogo piemontese per l’utilizzo indebito di fondi statali destinati alla trasformazione dell’ex stabilimento Fca di Termini Imerese. Il provvedimento arriva a due giorni dall’apertura del processo. L’ordine di custodia cautelare era stato spiccato otto mesi fa.

La protesta dei lavoratori ex Bienne sud

Protestano anche i 63 operai dell’ex Bienne Sud, azienda che lavorava per l’indotto Fiat. I 63 ex dipendenti da quattro mesi aspettano il pagamento della mobilità in deroga. Dopo che è scaduta la Naspi a inizio di luglio dell’anno scorso, sono rimasti senza paracadute, a metà ottobre per questi lavoratori era stata approvata la norma per la mobilità in deroga. “Problemi di burocrazia tra il ministero del Lavoro e l’Inps stanno bloccando l’emanazione del provvedimento per il pagamento degli assegni previsti dalla legge, così in piena pandemia questi 63 padri di famiglia sono abbandonati a se stessi e nella disperazione: tutto questo è indecente”, sbotta il segretario della Fiom siciliana, Roberto Mastrosimone.

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