Alla ricerca di una coalizione credibile e che voti compatta. A sinistra non c’è pace e l’accordo sul sostegno al candidato vincente alle Primarie ancora non c’è. Alla ricerca di una difficile sintesi Caterina Chinnici continua negli incontri con i partiti della coalizione

La bozza Chinnici discussa a Caltanissetta

“Sulla base dei contributi forniti dai partiti per la stesura del programma, ho predisposto una prima sintesi che è stata discussa e consegnata e sulla quale i partiti faranno nelle prossime ore le ulteriori valutazioni” dice Caterina Chinnici, candidata del campo progressista alle prossime elezioni regionali, a conclusione del secondo vertice di coalizione convocato per la definizione del programma di governo. L’incontro si è tenuto a Caltanissetta.

I temi contesi e il ‘papello’ dei 5 stelle

Nella riunione sono stati discussi i punti fermi richiesti dal M5S e dalle altre forze della coalizione, come la contrarietà agli inceneritori dei rifiuti e l’apertura a nuove forme di gestione vicine all’economia circolare, o ancora una sanità più vicina ai cittadini. Si è parlato anche della possibile futura agenda legislativa e, fra l’altro, della riforma dei consorzi di bonifica.

Tra le proposte emerse, poi, quella di rinnovare e snellire le struttura degli assessorati e, su iniziativa di Caterina Chinnici, quella di costituirne uno specifico a favore dei giovani.

Scontri anche all’interno del Pd

Ma non ci sono solo le divergenze con i 5 stelle. Una vera e propria guerra interna è scoppiata anche all’interno del Pd a seguito della chiara richiesta da parte della candidata Caterina Chinnici, di escludere dalle liste tutti coloro hanno procedimenti penali pendenti e problemi con la giustizia.

“Fuori chi ha procedimenti penali in corso”

Non bastava la porta in faccia chiusa al Pd da Antonello Cracolici, che ha rinunciato alla candidatura al Senato dopo essere stato “declassato” dal segretario nazionale Letta per far posto ad Annamaria Furlan, ex segretaria generale della CISL, ora anche la lettera ricevuta dagli iscritti al partito innesca una nuova polemica, soprattutto tra chi quei procedimenti penali li ha ancora in corso e adesso rischia di non potersi candidare e rinunciare a uno scranno quasi sicuro.

Tensione alle stelle nel Pd

Le tensioni e gli scontri quindi sono ormai all’ordine del giorno nel Partito democratico dopo la lettera che sta generando il malcontento di tanti esponenti. “Si fa presente – si legge nella missiva arrivata ai segretari provinciali del Pd che hanno il compito di redarre la lista dei papabili candidati – che la nostra candidata alla Presidenza della Regione, Caterina Chinnici, ha precisato che la sua disponibilità è condizionata alla circostanza che non ci siano candidati all’Assemblea Regionale Siciliana con procedimenti penali pendenti nelle liste che la sostengono. Pertanto, anche in coerenza con le disposizioni statutarie, si invitano le Federazioni provinciali a regolarsi di conseguenza”.

Ecco chi rischia ma ha un’ancora di salvezza

Uno dei pezzi grossi del partito democratico siciliano che rischierebbe di non potersi candidare, almeno secondo quanto imposto dalla candidata venuta fuori dalle primarie, è Peppino Lupo, attuale deputato all’Ars e capogruppo dem. Lupo risulta imputato per corruzione in un processo nell’ambito del più ampio “Scandalo Saguto”. Lupo comunque potrebbe avere un’ancora di salvezza. Oltre a godere della stima della Chinnici – Lupo è stato uno dei sostenitori della sua candidatura alle primarie – ci sarebbe anche una pezza di appoggio per il deputato. Il codice etico del Pd prevede infatti che l’incandidabilità sia valevole solo per alcune tipologie precise di reati e il reato intestato a Lupo non rientrerebbe tra questi. Blogsicilia ha provato a contattare Lupo per una replica ma senza esito.

Possibile escluso anche Angelo Villari

Tra chi rischierebbe la candidatura all’Ars ci sarebbe anche il segretario del Partito democratico di Catania, Angelo Villari, che ha annunciato la candidatura nei giorni scorsi. Villari è stato rinviato a giudizio penale per le vicende che coinvolgono l’amministrazione Bianco nel dissesto del Comune di Catania.

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