All’indomani delle elezioni amministrative in Sicilia nelle quali non ha vinto nessuno un solo dato si presenta come novità: le prove di intesa fra centro destra e Pd. Prove nate in casa Forza Italia ma che in realtà hanno funzionato soltanto dopo l’intervento dei centristi.

I laboratori politici siciliani sono due: Gela e Bagheria. Se a Gela il candidato sostenuto dall’alleanza tra il pezzo di Fi vicino a Gianfranco Miccichè e il Pd, Lucio Greco, andrà al ballottaggio sfidando il candidato della Lega, appoggiato dal centrodestra e dai dissidenti di Fi Giuseppe Spata, a Bagheria, invece, l’esperimento ha spiazzato tutti con una elezione diretta a primo turno per Filippo Tripoli.

Ma qual è la differenza fra i due candidati oltre alle naturali differenze fra i territori? Secondo molti analisti la differenza l’ha fatta la riconoscibilità di Tripoli come uomo di centro nel quale, insomma, si potessero identificare veramente tutte le componenti di questa alleanza che qualche anno fa sarebbe sembrata contro natura ma che oggi non sorprende più di tanto.

Non è un caso se l’elezione di Tripoli viene salutata proprio dal centro che torna. “I miei complimenti e il mio augurio di buon lavoro al neosindaco di Bagheria Filippo Tripoli, uomo di Centro, esempio di passione politica e radicamento territoriale e a tutta la squadra che lo ha sostenuto” ha subito scritto Saverio Romano, candidato alle elezioni europee nella lista di Forza Italia commentando il risultato del voto alle amministrative di Bagheria.

E non è un caso neanche il fatto che proprio mentre si votava, domenica, a Palermo andava in scena lo scambio di convenevoli fra Romano e Miccichè con quest’ultimo che ‘sdoganava’ la candidatura centrista come non più ‘ospite’ nelle liste di Forza Italia.

Insomma fidanzamenti che preoccupano certa parte della Lega che vuole andare da sola (non tutta in realtà, ne esiste una quota che vorrebbe tornare nel centrodestra) ma soprattutto che agitano i locali in vista dei ballottaggi.

“Il laboratorio politico propugnato Gianfranco Miccichè mi ricorda francamente quello del dottor Frankenstein dove nascevano creature mostruose. La Lega continuerà a lavorare per la nascita di un centrodestra diverso anche in Sicilia”, attacca Fabio Cantarella, responsabile enti locali Lega in Sicilia commentando le dichiarazioni del commissario di Forza Italia nell’Isola apparse sulla stampa.

“Sono convinto – sottolinea Cantarella – che se il centrodestra avesse seguito la linea di rinnovamento nelle facce e nei metodi perseguita e proposta dalla Lega ci sarebbero stati tanti eletti al primo turno. Purtroppo Miccichè ha imposto volti vecchi e logiche consunte oltre che ammucchiate con il Pd mascherate da civismo”.

“Tra 15 giorni non sceglieremo solo i sindaci di alcune importanti città ma anche la fisionomia del centrodestra siciliano: quello di Salvini che governa con successo in molte regioni italiane o quello gattopardesco di Miccichè. Sempre che quello del commissario di Forza Italia possa definirsi ancora centrodestra”, conclude l’esponente siciliano del Carroccio.

Perplessità arrivano anche dai giovani di Diventerà Bellissima il movimento di Musumeci dato in avvicinamento alla Lega “Mi risulta incomprensibile l’idea politica di chi oggi, leader di un partito al governo con il centrodestra in tante regioni ed in tanti comuni, invoca fantomatiche alleanze moderate con i vecchi acerrimi avversari del Pd. Alleanze, che in altri momenti storici, avrebbe chiamato inciuci”  dice Domenico Bonanno, leader dei giovani di Diventerà Bellissima.

“Non si tratta di stare con o contro Salvini, ma di dare prospettiva ad un’area politica che certo non può riconoscersi nelle politiche dell’attuale governo nazionale, ma neppure in accordi innaturali che mirano soltanto alla tutela di proprie rendite di posizione. Occorre più che mai la costruzione di una nuova area di centro destra, moderna, pluralista, che lavori per la costruzione dell’Italia del futuro e che non nasconda dietro al finto moderatismo, uno spirito di autoconservazione che nulla ha a che vedere con un ricambio generazionale ormai necessario”.

“Non chiediamoci perché tanti giovani oggi, spaesati di fronte ad uno scenario politico in perenne evoluzione, vedono nell’antipolitica l’unica soluzione ai problemi. Tocca a noi, lavorare alla costruzione di una proposta politica seria, lungimirante e capace di scalzare definitivamente quanti vedono nei giovani soltanto ‘manovalanza elettorale’ e non risorse sulle quali puntare” conclude Bonanno “non lavoreremo mai contro qualcuno ma sempre e soltanto per qualcosa”.

Insomma se la Lega in Sicilia cresce ma non sfonda e i 5 stelle perdono i comuni dove hanno governato ed arretrano ma compensano con nuovi consensi in comuni che non erano ‘loro’, se il centrodestra redivivo conferma di esistere e lottare e il Pd recupera qualche spazio, l’unica novità che agita la politica frammentata sembra essere proprio questo esperimento alla ‘dottor Frankenstein’.

Ma i colpi di coda arrivano anche dai 5 stelle “Il risultato delle elezioni in Sicilia e le dichiarazioni di Micciché
dimostrano che il Partito Democratico ha finito i pop corn e adesso  ritorna al vecchio amore, Berlusconi e il Patto del Nazareno” dice l’europarlamentare M5S Ignazio Corrao.

“Ancora una volta Zingaretti dimostra di essere la fotocopia sbiadita di Renzi, le sue uniche proposte sono quelle relative all’aumento dello stipendio dei  parlamentari e il ritorno dei vitalizi. Inoltre, hanno votato contro
misure di lotta alle disuguaglianze come il reddito e la pensione di cittadinanza. Il Pd fa sempre esattamente il contrario di quello che i  cittadini chiedono. Sono senza speranza” conclude intervenendo questa mattina in collegamento su La 7 .

A tutti torna a rispondere proprio Romano “Il risultato delle elezioni amministrative in Sicilia, anche e soprattutto in considerazione dei ballottaggi, senza considerare gli importanti successi registrati al primo turno, ci dice che il Centro in politica è ritornato nella posizione che ha sempre avuto: baricentrica e decisiva. L’elettorato siciliano è quasi sempre stato naturalmente moderato e verso posizioni di centrodestra, nel segno del buon governo, della sana amministrazione, della responsabilità delle decisioni. Il messaggio politico che si può trarre da questa tornata elettorale delle amministrative è di sostanziale bocciatura del governo gialloverde. Un risultato a dir poco disastroso per il M5S, che paga tutta la sua incapacità amministrativa e deludente per la Lega di Salvini che aveva immaginato ben altro responso. I populismi e i sovranismi segnano una battuta d’arresto. La buona politica del centro-destra, invece, può guardare con fiducia e ottimismo al domani’.

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