Christian Ciaccio, primo contrabbasso; Gigi Di Stefano, primo dei secondi violini; Andrea Mastini, primo corno; Toni Saladino, primo flauto. Saranno loro, tutti nel ruolo di prime parti, a rappresentare l’Orchestra del Teatro Massimo al grande concerto “Le vie dell’amicizia” in programma a Teheran il prossimo giovedì 6 luglio e poi a Ravenna sabato 8, diretto da Riccardo Muti.

Un programma tutto verdiano per un’iniziativa promossa dal Ravenna Festival che, dal primo concerto a Sarajevo nel 1997, si impegna a diffondere un messaggio di fratellanza universale.

Come avvenne nel viaggio a New York nel 2002 in commemorazione delle vittime delle Torri Gemelle – quando fu costituita l’orchestra “Musicians of Europe United” composta da strumentisti provenienti da diciannove orchestre di undici nazioni europee – quest’anno sono stati chiamati a raccolta musicisti di tutte le orchestre delle fondazioni lirico-sinfoniche italiane, che suoneranno insieme all’Orchestra sinfonica di Teheran e all’Orchestra giovanile Luigi Cherubini.

Un luogo simbolico, Teheran, luogo di confronto tra culture, religioni, lingue. Un’iniziativa sotto l’alto patronato del presidente della Repubblica, il patrocinio del ministero dei Beni culturali, della presidenza del consiglio dei ministri, del Senato, della Camera dei deputati, del ministero degli Affari esteri.

“È una grande soddisfazione – dice il sovrintendente del Teatro Massimo, Francesco Giambrone – essere chiamati a far parte di questo progetto che ha un profondo valore artistico e simbolico. I nostri professori d’orchestra, negli stessi giorni, suoneranno diretti da due tra i più grandi direttori d’orchestra di tutti i tempi: Muti a Teheran e poi a Ravenna, Zubin Mehta a Taormina sabato 8”. Giambrone ha scritto una lettera di ringraziamento a Muti: “Ci sentiamo, anche noi, portatori di quei valori centrati sul dialogo e sull’incontro tra diverse culture e di quel messaggio di pace e convivenza tra i popoli che da anni connotano la tua attività e rappresentano la base su cui hai costruito la straordinaria esperienza de Le vie dell’amicizia. Aprire a tanti altri musicisti il privilegio di far musica insieme sotto la tua guida in questa occasione rappresenta, per loro, una straordinaria opportunità e una grande responsabilità e, per tutti noi, un grande onore”.

“Il Teatro Massimo ambasciatore di grande musica – dice Leoluca Orlando, sindaco e presidente della Fondazione Teatro Massimo – ma anche partecipe di un progetto che propone una cultura di pace, di dialogo, di uguaglianza, di speranza. Ambasciatore di una città dove io dico che non ci sono migranti, perché chiunque arrivi da qualsiasi terra appena mette piede a Palermo diventa palermitano”.

Ieri la prima prova a Teheran nella principale sala da concerti della città da 2800 posti, e per i quattro musicisti la grande soddisfazione di essere stati scelti tutti come prime parti. “Un complesso artistico imponente – racconta Andrea Mastini, primo corno, emiliano, dal 1993 nell’orchestra del Teatro Massimo – composto da centocinquanta elementi tra professori d’orchestra e coro e un programma tutto verdiano con le due overture de I Vespri siciliani, La forza del destino, grandi arie d’opera. È la mia prima esperienza con Muti, e sono molto soddisfatto di questa e delle tante opportunità degli ultimi anni, culminate nella tournée in Giappone che si è appena conclusa”.

“Sento il peso di rappresentare insieme ai miei colleghi la Fondazione Teatro Massimo – aggiunge Gigi Di Stefano, primo dei secondi violini – È la prima volta che suono con Muti ed è la realizzazione di un sogno. Speriamo possa essere la prima collaborazione di una lunga serie con Muti, sarebbe splendido averlo a Palermo”.

“Un sogno che diventa realtà – gli fa eco Toni Saladino, primo flauto – è un grande onore suonare con l’orchestra Cherubini perché è una delle orchestre giovanili con delle qualità eccelse, e poi suonare per questo tipo di manifestazioni è molto utile per dimostrare che la musica unisce”. “È iniziata una bellissima esperienza con i ragazzi della Cherubini e i colleghi dell’Orchestra di Teheran – aggiunge Christian Ciaccio, primo contrabbasso – Grazie al maestro Muti per esportare la nostra musica con così tanta passione e dedizione. È un onore suonare Verdi con il più grande interprete verdiano di oggi”.