Uscire dall’emergenza rifiuti attraverso la soluzione di tre nodi: personale, differenziata e Bellolampo. I futuri progetti di Rap sono stati messi nero su bianco e, a breve, gli stessi saranno riposti alla volontà del Consiglio Comunale. Il presidente dell’azienda Giuseppe Todaro ha completato lo schema di piano industriale 24-26. Documento necessario, fra le altre cose, a dare le giuste garanzie all’Amministrazione per sbloccare i concorsi. Un documento che prende come punto di riferimento, in tema ambientale, l’Agenda ONU 2030. Tre gli assi principali del documento: assunzioni e piano del personale, incremento della raccolta differenziata, fino ad un massimo del 65% entro il 2026, e il potenziamento del polo impiantistico di Bellolampo e delle strutture collaterali di Rap (sedi e CCR su tutte). Come sopra ricordato, si tratta di uno schema di massima, di una bozza. L’atto dovrà comunque passare da Sala delle Lapidi per l’approvazione definitiva.

“Gli aspetti su cui agire sono molteplici – ha scritto il presidente Giuseppe Todaro nella lettera d’intenti destinata agli stakeholders -. Si necessita indubbiamente anche della collaborazione e del senso civico del singolo cittadino a cui si chiede il compimento di “piccoli” comportamenti giornalieri che sono fondamentali per il raggiungimento di “grandi” obiettivi. Per aumentare la collaborazione del cittadino, RAP ha messo in atto numerose politiche di informazione che hanno lo scopo di creare una cultura unica che sia in grado di alimentare il rispetto ed il coinvolgimento dello stesso e creare un impatto positivo per tutta la comunità”.

Il piano del personale

Punto centrale del piano è chiaramente quello legato al piano del fabbisogno del personale. I numeri forniti da Rap sono in questo caso lapalissiani. Il 1 marzo 2014, l’azienda poteva contare su 2353 dipendenti. A poco più di nove anni di distanza, fra i ranghi di Rap rientrano 1522 lavoratori. Un calo netto di 831 unità. Un quadro critico e al quale, entro il 2026, si uniranno i 140 dipendenti che andranno in pensione. Fra i dipendenti in servizio inoltre ci sono diversi elementi del personale con totale o parziale limitazione in ambito lavorativo. Una fetta di circa il 27% dei lavoratori a disposizione degli uffici di piazzetta Cairoli (421 dipendenti).

Parola d’ordine: assumere

La parola d’ordine è quindi una sola: assumere. Fatto per il quale si rende necessario proprio il piano industriale. Fino ad ora, l’azienda ha fatto a quelli che nel documento vengono chiamati programmi di efficientamento della forza lavoro. Vale a dire, il ricorso a forme di straordinario concordate con le organizzazioni sindacali. Ad oggi, gli ultimi due piani del fabbisogno del personale prevedono l’assunzione di 306 operatori ecologici, di 46 nuovi autisti e 6 dirigenti. Ingressi di nuova forza lavoro per i quali sono stati già banditi ed avviati i concorsi di rito. Numeri ai quali si dovrebbero unire quelli previsto nel piano del fabbisogno del personale 24-26. Elemento con il quale l’azienda di piazzetta Cairoli chiedono di assumere ulteriori 143 operatori ecologici e 93 nuovi autisti, da reperire nelle graduatoria a scorrimento che saranno realizzate una volta esperiti i programmi d’assunzione attualmente in essere. Fatto a cui si aggiungeranno le 297 progressioni di carriera previste nel piano industriale.

Raccolta differenziata al 65% entro il 2026

Punto focale del nuovo piano industriale riguarda le previsioni di crescita sulla raccolta differenziata in città. I numeri, anche in questo caso, non mentono. L’ultimo dato che riguarda il capoluogo siciliano risale al 2022, con un “misero” 18,49%, circa l’1% in più rispetto all’anno precedente. Troppo poco rispetto ad una popolazione di 680.000 abitanti circa. Troppo poco rispetto agli standard richiesti dall’Unione Europea. Per questo Rap ha intenzione di mette in campo uno schema d’azione ben strutturato. L’azienda punta infatti al raggiungimento del 35% entro la fine del 2024 (per effetto dell’avvio della Raccolta Differenziata Porta a Porta di 5 frazioni nella parte Nord della città di Palermo). Un dato che, nelle previsioni degli uffici di piazzetta Cairoli, dovrebbe crescere ulteriormente al 55% nel 2025, (per effetto dell’avvio della Raccolta Differenziata stradale di “prossimità” di tutte le frazioni, compreso la frazione organica per circa 235.000 utenze) e addirittura al 65% entro il 2026 (per effetto del completamento dell’estensione della Raccolta Differenziata stradale di “prossimità” su tutto il territorio comunale). Tradotto, così come annunciato dal presidente Giuseppe Todaro a Talk Sicilia, l’idea è di far sparire i cassonetti dell’indifferenziato entro il 2026.

Le fonti di finanziamento del progetto

Un risultato che, se raggiunto, permetterebbe a Palermo di riallenarsi agli standard europei, ad oggi lontani anni luce. Obiettivo che Rap punta a raggiungere servendosi di diverse fonti di finanziamento. A cominciare dai 40 milioni di euro a disposizione dai fondi PON Metro React e destinati all’istituzione della raccolta differenziata porta a porta nell’area Nord della Città. Un piano che è in fase di verifica preliminare per mezzi ed attrezzature e che punta a coinvolgere i territori della VI, VII, VIII e di parte della V Circoscrizione. Altri 27 milioni arrivano invece dal capitolo destinato all’interno dell’articolo 42 del decreto legge numero 50 del 17 maggio 2022. Soldi che verrano investiti per l’istituzione della raccolta differenziata di prossimità nella restante parte della V, IV, III e II Circoscrizione. Ma proprio nell’area Sud più di qualcuno non è rimasto soddisfatto, visto che è tramontata, almeno per il momento, la possibilità di ricorrere al sistema porta a porta. Infine, sempre all’interno del dl 50/2022, è previsto un ulteriore investimento di 6,7 milioni da destinare all’apertura di sei nuovi CCR (Centri Comunali di Raccolta).

Realizzazione di sei nuovi CCR

Il progetto di potenziamento dei CCR guarda ad una prospettiva triennale, da concretizzarsi entro il 2026. Oltre ai sette già esistenti (viale dei Picciotti, piazza della Pace, via Nicoletti, Rotonda Oreto, via Minutilla, Piazzale J. Lennon e Via Ernesto Basile), la Rap punta a creare altre sei strutture di questo tipo. Di questi, due sorgeranno in VII Circoscrizione, 1 al confine fra VI e V, 1 al confine fra V e IV, uno in IV e uno in II Circoscrizione). I punti strategici scelti sono nello specifico dei terreni che si trovano in viale dell’Olimpo; via Laudicina; viale Michelangelo; via Nina Siciliana (il più avanzato in termini di sviluppo); via Paruta e via Saline.  Inoltre, si legge nel piano industriale, l’azienda sta proseguendo nella ricerca di altri siti per arrivare a un totale di 20 CCR, al fine di ottenere una distribuzione capillare, sempre più adeguata alle esigenze dei cittadini.

Il potenziamento delle strutture

Un investimento, quello sui CCR, a cui seguirà nelle intenzioni dell’azienda quello per l’aggiornamento delle sedi e delle strutture della Rap. Un piano da 18,7 milioni di euro che vedrà diverse attività strategiche per la società Partecipate. Fra queste, è prevista la ristrutturazione e la rifunzionalizzazione dell’Autoparco Sud di via Ingham e delle sedi aziendali. Ciò attraverso la realizzazione di una serie di attività e di lavori finalizzati all’efficientamento energetico e, più in generale, ad un adeguamento alle normative vigenti. Inoltre, Rap ha avviato delle indagini esplorative per cercare delle nuove sedi sul territorio. Particolare attenzione viene dedicata all’acquisizione di un ulteriore Autoparco Nord in sostituzione di quello di via Partanna Mondello. Fra le soluzioni al vaglio dei tecnici vi è quella di acquisire un complesso immobiliare in via Calcante.

Il problema dei rifiuti ingombranti

La vera chimera per Rap e per il Comune di Palermo rimane quello della gestione della raccolta dei rifiuti ingombranti. Un’attività fin troppo onerosa per il personale di Rap, sia per dimensioni che per velocità con cui le discariche illecite si ricreano dopo interventi di bonifica. Secondo le stime dell’azienda di piazzetta Cairoli, nel 2022 sono stati rimossi oltre 153.000 pezzi di ingombranti. Una spaventosa media di 13.000 rifiuti di grosso calibro al mese, per un totale di 7000 interventi complessivi. Nel 2022, stimano gli uffici della società Partecipata, sono stati eseguiti oltre 500 interventi di rimozione e messa in pristino dello stato dei luoghi che, non rientrando nell’ambito delle attività contemplate dal vigente Contratto di Servizio, sono soggetti a preventivo di spesa e a relativa approvazione da parte dell’ Amministrazione Comunale. L’azienda punta, da questo punto di vista, sull’incremento delle attività di vigilanza e controllo da parte dei vigili urbano e del comitato interforze del controllo del territorio (CIT), recentemente costituito per contrastare l’attività degli incivili.

Il nodo cruciale di Bellolampo

Non mancano chiaramente i riferimenti al potenziamento del polo impiantistico di Bellolampo che, nei prossimi anni, diventerà un centro tecnologico per la gestione dei rifiuti del capoluogo siciliano. Nelle previsioni di Rap, la nuova piattaforma della discarica, entro il 2026, consentirà di ricavare dalle frazioni organiche da raccolta differenziata e da selezione (FORD e FORSU), biometano – gassoso o liquido – per autotrazione, ed inoltre di effettuare il recupero di materia dagli ingombranti. Il Piano prevede quindi la costruzione di un complesso industriale capace di ricevere e trattare i rifiuti urbani e, nello specifico, sia la frazione organica stabilizzata sia gli scarti, per trasformarli in materie prime seconde (MPS). Fondamentale, nella strategia aziendale, il ripristino della piena funzionalità del TMB. Ad oggi, l’impianto di selezione tratta poco meno di 300.000 tonnellae all’anno di rifiuti. Le operazioni di ristrutturazione (revamping) sono state avviate proprio in questi giorni e si concluderanno intorno alla fine di ottobre.

Lavori a cui è legato il destino dei conferimenti nella futura VII vasca. Struttura che è stata individuata nella porzione di terreno compresa tra VI e V Vasca. La superficie dell’area individuata è di 65.000 metri quadri con un volume disponibile totale di circa 1.000.000 di metri cubi. La vita utile stimata dell’impianto è di 3 – 4 anni. La chiusura del ciclo rifiuti prevista nel Piano Industriale dovrebbe ridurre ulteriormente lo smaltimento in discarica e consentire l’aumento della durata della VII Vasca. Ma nonostante ciò, l’azienda ha deciso di perseguire il progetto avviato dall’ex amministratore unico Girolamo Caruso di realizzare una VII vasca bis, sempre per rifiuti non pericolosi, situata al piede della V vasca ed ad est della VII in appoggio alla V ed alla IV, con un un volume stimato 1.500.000 metri cubi ed un investimento stimato tra i 12 e i 14 milioni di euro. Per tale opera è prevista la progettazione interna entro il 2023, nonché l’iter di approvazione e l’appalto nel 2024.

 

Articoli correlati