Per oltre 160.000 famiglie è arrivato lo stop per il reddito di cittadinanza, con la comunicazione da parte dell’Inps con un sms qualche giorno fa. Cosa cambia, dunque per i percettori? Cambiano di fatto i requisiti di accesso e le modalità di attivazione della presa in carico da parte dei Servizi Sociali.

I nuclei familiari interessati

I nuclei familiari composti esclusivamente da adulti tra i 18 ed i 59 anni, non disabili, potranno essere presi in carico solo in caso di documentata situazione di fragilità (legata ad es. a condizioni di salute, personali o familiari).

Cose deve fare chi ha diritto all’aiuto dei servizi sociali

Gli interessati possono chiedere appuntamento presso la sede del Servizio Sociale di Comunità dove risultano residenti e richiedere di verificare la loro presenza sulla piattaforma Ge.P.I. (clicca per collegarti). Solo se la situazione di fragilità, adeguatamente documentata, trova conferma nella valutazione del Servizio Sociale, quest’ultimo potrà procedere alla presa in carico sociale.

Chi continuerà a prendere il reddito

La fruizione del RdC per i nuclei familiari in cui sono presenti minori, disabili e adulti over 60, sulla base del Decreto Legge n°48, poi convertito in legge, si protrarrà, invece, per tutto il 2023, a prescindere dalla presa in carico del Servizio Sociale in accordo con la naturale scadenza della domanda, non precludendo la possibilità di presentare una nuova domanda di rinnovo dopo il mese di stacco.

 

Si riaccende la protesta

Si riaccende la protesta dei percettori del reddito di cittadinanza. I componenti dell’associazione “Basta Volerlo”, già in precedenza impegnati in altre proteste, hanno convocato un nuovo sit-in per venerdì 4 agosto davanti agli uffici dei Servizi Sociali del Comune di Palermo in via Garibaldi. L’obiettivo del presidente Davide Grasso e del coordinatore Tony Guarino è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle 169.000 sospensioni del sussidio avvenute in tutta Italia e che hanno particolarmente interessato la Sicilia.

Sicilia Regione con più sospensioni d’Italia

I numeri parlano chiaro. La Sicilia infatti è la Regione con più sospensioni del sussidio d’Italia (circa 36.000). Di queste, quasi la metà risultano all’interno della provincia di Palermo. Da luglio quindi, chi non rientrerà nei requisiti previsti dal Governo Nazionale (ovvero l’avere ad esempio un minore a carico nello stato di famiglia) non avrà diritto al sostegno economico. Per gli altri invece è previsto un sostegno formativo da 350 euro non rinnovabile e che proseguirà per dodici mesi. Si va quindi verso un cambio di passo rispetto alla misura introdotta dal precedente Governo guidato dal leader del M5S Giuseppe Conte.

La nuova protesta a Palermo

Fatto che ha lasciato basiti i componenti dell’associazione “Basta Volerlo” che, già nelle scorse settimane, avevano protestato per cercare di convincere il Governo Nazionale a ripensarci. “Molti nuclei familiari ai quali è stato sospeso il reddito di cittadinanza sono in attesa di un’eventuale presa in carico da parte dei servizi sociali. Ma nel frattempo, come andranno avanti?“, sottolineano i rappresentanti del gruppo civico interamente composto da percettori del sussidio. Motivo per il quale il presidente Davide Grasso e il coordinatore Tony Guarino hanno indetto una nuova mobilitazione. La protesta è stata annunciata per venerdì 4 agosto e si terrà davanti agli uffici dei Servizi Sociali del Comune di Palermo, che si trovano in via Garibaldi. Uno sciopero che segue al sit-in tenuto a metà luglio sul lungomare di Mondello. Manifestazione tenutasi sotto l’egida dello slogan “Siamo a Mare”, con un chiaro riferimento al noto modo di dire palermitano che simboleggia la mancanza di alternative e di soluzioni ad un problema.