Niente nomi e niente candidati ne per Palermo ne per la Regione nel centrodestra siciliano prima di Natale. Bisognerà attendere e non poco. Se per Palermo è saltato il vertice di domani alla Camera e se ne parlerà dopo le feste, per la regione, invece, si deciderà solo dopo l’elezione del Presidente della Repubblica

Miccichè e le ‘tensioni’ con Musumeci

“Musumeci non facilita il confronto, ogni giorno che passa ci rende le cose più complicate. Dopo l’elezione del Capo dello Stato decideremo cosa fare” dice il presidente dell’Assemblea siciliana, Gianfranco Miccichè. Per farlo usa la tradizione conferenza stampa di fine anno a Palazzo dei Normanni. Il Presidente dell’Ars declina il suo pensiero rispondendo ai cronisti sulla ricandidatura del governatore Nello Musumeci alle regionali del prossimo anno.

La candidatura del fratello solo una ‘bufala’

“La candidatura di Gaetano Miccichè non esiste, da parte mia è un sogno. Mai nessuno gliel’ha chiesto formalmente e mai ha dato risposta formale quindi. Per me continua a essere un sogno, ogni tanto ne parliamo. Da parte sua nessuna disponibilità fino ad oggi anche perché nessuno glielo ha mai chiesto. E’ una cosa immaginaria” aggiunge il leader di Forza Italia in Sicilia.

Per Palermo tutto rinviato

Per Palermo, invece, bisogna scegliere, ma anche lì non c’è nessun accordo ed anche il vertice convocato per domani non ci sarà Lo stop è arrivato con un giro di telefonate ieri pomeriggio fra coloro i quali avrebbero dovuto prendervi parte. Sconfitta la linea che voleva imporre il candidato escludendo alcuni partiti dal tavolo

Un vertice nato zoppo

Il vertice era nato già zoppo alla sua convocazione per effetto proprio del mancata invito a tre degli otto partiti componenti l’alleanza a Palermo (MpA, Diventerà Bellissima e Dc Nuova). La scusa ufficiale era una regola inventata per l’occasione. Al vertice alla Camera avrebbero partecipato solo i partiti partecipanti con una lista alle ultime politiche e con un gruppo attivo proprio in Parlamento.

Ma contro questa logica si erano schierati in tanti e da ultimo l’ex presidente del Senato Renato Schifani e l’idea di ‘escludere’ è saltata