- Presentato a Catania da Musumeci e l’assessore Baglieri il Piano rifiuti per la Sicilia
- Le critiche di Legambiente Sicilia
- Per l’associazione l’unica via per uscire dall’emergenza è la raccolta differenziata
- Mannino (Cgil) “Agire spregiudicato in un settore a rischio infiltrazioni mafiose”
Il governatore siciliano Nello Musumeci ha presentato stamane a Catania, insieme all’assessore Daniela Baglieri, il Piano rifiuti per l’Isola. Molto critica la posizione di Legambiente Sicilia.
Una soluzione illusoria
“Proporre, come sta facendo Musumeci, la soluzione degli inceneritori per risolvere il problema della gestione del secco residuo e dell’emergenza rifiuti è solo illusorio,- o, meglio, una fuga dalla realtà- poiché, oltre ad essere un investimento oneroso sia per il pubblico che per il privato, che verrebbe pagato comunque dalle tasse dei siciliani con costi di conferimento di 200€/t, ci vorranno non meno di 7 -10 anni, e non tre come ha detto oggi, per la loro realizzazione e, di fatto, impedirebbe il raggiungimento gli obiettivi selettivi e sfidanti di riciclo previsti dalle direttive europee sull’economia circolare”. Lo dichiara Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – che continua: “Musumeci fa finta di non sapere che gli inceneritori sono, e lo saranno sempre di più nei prossimi anni, un problema e non la soluzione per gestire la chiusura del ciclo dei rifiuti. Eppure sono trascorsi 4 anni di promesse buttate al vento durante i quali non si è riusciti a realizzare nemmeno un impianto pubblico per il recupero e il riciclo, neanche ad autorizzare quelli già esistenti”.
Differenziata bassissima e discariche colme
“L’UE – dichiara Tommaso Castronovo, coordinatore della campagna Sicilia Munnizza Free e responsabile rifiuti di Legambiente Sicilia – incoraggia e finanzia soluzioni di gestione dei rifiuti a prestazioni ambientali più elevate che abbracciano l’obiettivo zero rifiuti, come la prevenzione, il riutilizzo e il riciclaggio dei rifiuti. Nell’isola, grazie ad una precisa strategia, la raccolta differenziata rimane bassissima e le discariche sono pericolosamente colme. È da anni, ormai, che lo denunciamo: l’unica via per uscire dall’emergenza (voluta) è la raccolta differenziata e la realizzazione di impianti per gestire i rifiuti, ma l’attuale governo regionale e le SRR non sono stati in grado di imprimere una svolta su questo aspetto fondamentale. L’obiettivo “discarica zero” grazie agli inceneritori non è credibile, fermerebbe la raccolta differenziata, rallenterebbe la raccolta domiciliare dei comuni già in difficoltà per la mancanza di impianti a cui conferire la differenziata e si produrrebbe comunque dal 22 al 27% di scorie speciali da smaltire in qualche nuova discarica. Questo governo condanna la Sicilia al medioevo nella gestione dei rifiuti”.
Mannino “Regione sta scegliendo strada spregiudicata”
“Sui rifiuti il presidente della Regione sta scegliendo la strada dell’agire spregiudicato. Se alcuni suoi assunti di base sono veritieri, Musumeci intanto parla come se il suo governo si fosse
insediato ieri; lamenta inoltre la preponderanza dei privati nel settore per poi affermare di volere affidare ai privati la realizzazione di un termovalorizzatore, perché la burocrazia bloccherebbe altrimenti tutto”.
Per il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino, quanto detto dal presidente della regione sul piano regionale rifiuti “basta ad allarmare visto che si tratta di un settore importante- dice Mannino. a rischio di infiltrazioni mafiose e che comunque i termovalorizzatori non sono la soluzione di un problema più complesso”.
Il segretario della Cgil sottolinea il “no del sindacato a progetti che non passino dalla concertazione con le parti sociali e con i territori e le popolazioni e che contraddicono le indicazioni dell’Unione europea”.
E si dice, inoltre, preoccupato che “dietro a certe affermazioni sulla burocrazia, invece che rinnovare quest’ultima, si pensi a scorciatoie e semplificazioni degli iter che, in un settore sensibile quale quello dei rifiuti, aprirebbero la strada agli affaristi e alla mafia”.
Mannino rileva che “ancora una volta il governo regionale scarica le responsabilità sugli altri, i comuni in questo caso, e dichiara di volere procedere adottando scorciatoie che comunque non risolverebbero subito il problema dei rifiuti. Sembra inoltre che con questo piano il governo intenda rinunciare ai fondi del Pnrr che adotta scelte strategiche differenti partendo dai fondamentali della raccolta differenziata e del riciclo. Sull’impiantistica, inoltre, il ragionamento deve essere ad ampio raggio – sottolinea Mannino – partendo da quella per il riciclo e il riutilizzo, entrambi oggi con basse percentuali, ed è come se alla Regione la cosa non riguardasse.. E’ illusorio – conclude il segretario della Cgil – pensare che i termovalorizzatori siano la soluzione, oltre che profondamente sbagliato. Sarebbe un tampone destinato a produrre più danni che benefici”.
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