Un siciliano su due non paga la tassa sui rifiuti. secondo un calcolo approssimativo l’ impatto dell’ evasione nell’ Isola è di quasi il 50% delle cartelle emesse. E’ uno dei motivi per il quale l’autorità anti corruzione ha deciso di aprire un fascicolo sulla gestione del ciclo dei rifiuti in Sicilia. L’indagine statistica è contenuta proprio nel fascicolo che non riguarda, però, soltanto la tassa sui rifiuti ma, più in generale, la riforma, mai partita, del sistema degli Ato e delle Srr. La struttura guidata da Raffaele Cantone rileva una serie di errori commessi dalla Regione e dai comuni nel legiferare, nell’applicare le norme, nel riscuotere la tassa sui rifiuti, nel trattare gli stessi rifiuti. Ma a fianco degli errori ci sarebbero anche omissioni ‘sospette’ che meritano un approfondimento proprio da parte dell’anticorruzione.

Impietosa l’analisi della situazione siciliana. In quindici anni è stato scavato un buco di 1 miliardo e 164 milioni di euro che adesso dovrà essere spalmato sulle tasse che i cittadini pagano per recuperare il debito con un aumento consistente delle tariffe Tari.

Una situazione difficile che potrebbe dare un ulteriore spinta al Consiglio dei Ministro che da qualche tempo sta valutando un commissariamento della Sicilia in questo settore. La prima operazione da fare sarebbe recuperare le tasse evase per diminuire il debito ed evitare di gravare troppo sui cittadini ma dall’altro lato Riscossione Sicilia denuncia come anche gli Ato siano indebitati col fisco con in testa a tutti quello di Ragusa in arretrato per 4 milioni e 800 mila euro. Un vero e proprio cane che si morde la coda

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