Torna il sereno a sala d’Ercole, almeno dal punto di vista del clima d’aula. Dopo una settimana durante la quale era apparso all’orizzonte uno scontro duro fra coalizione d governo e opposizione, è bastato un solo passaggio in cui la maggioranza (sia pur risicata) è riuscita a ricompattare le proprie file per far cambiare il clima.

Il richiamo di Musumeci ai suoi e l’apertura ad un percorso che possa portare da qui a maggio ad un mini rimpasto in giunta sembra aver sortito gli effetti sperati. Così anche le opposizioni sono venute a più miti consigli dopo che il governo aveva incassato in aula il no alla richiesta di rinvio in commissione della riforma.

Ma non si tratta di un braccio di ferro. Musumeci è ben consapevole che la sua non è una vera maggioranza e tutto ciò che è avvenuto ieri in Ars p frutto di una mediazione portata avanti con il bilancino. Mediazione politica non sui contenuti, accompagnata da un atteggiamento di grande disponibilità nei confronti del Parlamento

“Questa riforma non è un vangelo, non è immutabile. Pensavo che il lungo esame in commissione fosse bastato a trovare una sintesi. Così non è stato, per questo mi ero permesso di invitare tutti i gruppi parlamentari a un confronto istituzionale che potesse essere preliminare al dibattito d’aula, per abbreviare i tempi”. Sono state le parole di Musumeci in apertura a cambiare da subito il clima

Musumeci ha, di fatto, anticipato la mossa delle opposizioni pronte a chiedere di rinviare in Commissione l’intero disegno di legge. Una idea nata in casa 5 stelle ma sposata dal Pd e annunciata in una conferenza stampa un’ora prima dell’apertura dell’aula

Il perché della richiesta di stop era sì politico ma anche tecnico ed i 5 stelle lo hanno spiegato in conferenza stampa con attenzione ai particolari. La riforma avrebbe più di un vulnus che rischia di paralizzare perfino il piano dei rifiuti.

Interventi duri da 5 stelle, Pd e dal presidente dell’Antimafia Claudio fava poi due parole del cpogruppo Pd Giuseppe Lupo sembrano segnare il cambio di tono.

“Mi rifiuto di credere che questa riforma sia vista dal governo o da qualche parlamentare di centrodestra in base a logiche legate ad un prossimo rimpasto. Speravo che il governo accettasse la proposta di rinvio in commissione – ha proseguito il capogruppo PD – non per perdere tempo, ma per fare prima e meglio. Continuo a pensare che un confronto in commissione sia ancora possibile: è troppo chiedere di avere il tempo di leggere i 40 emendamenti con i quali il governo ha ancora una volta modificato la riforma? È troppo chiedere di approfondire i tre articoli che il presidente della commissione ha annunciato che saranno riscritti?”.

“In questa riforma – ha concluso Lupo – mancano scelte strategiche di fondo. I sindaci si sentono abbandonati, non hanno avuto risposte alle loro legittime richieste. Non si può dire ad un sindaco ‘la colpa è tua, se non riesci a conferire allora manda i tuoi rifiuti all’estero’. E chi pagherà i debiti degli Ato? Ancora una volta i Comuni, andando incontro al dissesto?”.

Alla fine, dopo un pomeriggio di lavoro, una mediazione si è trovata anche su questo e un passaggio in commissione da oggi la riforma lo fa anche se non è un rinvio visto che continua in ala la discussione dell’articolato ma “lavoreremo in commissione alla riscrittura di alcune norme che al momento rischiano di creare dubbi” dice la presidente della Commissione Giusi Savarino. Nel frattempo andranno in esame gli articoli non contestati. Senza incidenti la riforma potrebbe vedere la luce la prossima settimana

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