Sulla vicenda dell’annunciato rimpasto della giunta comunale di Palermo interviene l’onorevole Totò Lentini, leader di Alleanza per Palermo e responsabile organizzativo provinciale degli Autonomisti.
“Il riassetto della giunta deve rappresentare l’occasione per rilanciare un’azione di governo e porre rimedio alle mancanze, non certo l’apertura a giochetti e riposizionamenti tattici da parte dei consiglieri – dichiara Lentini – il Sindaco Lagalla dovrebbe rispondere agli elettori ed alla città, non certo alle ambizioni personali dei singoli consiglieri ed alla voracità dei partiti. Senza l’apporto delle competenze e del consenso di tanti candidati e sostenitori, ad iniziare dal contributo degli oltre novemila voti di ‘Alleanza per Palermo’ l’esito elettorale sarebbe stato diverso”.
“Tocca perciò a Lagalla – continua – riflettere ed agire coerentemente, ponendo rimedio all’errore cui era stato condotto dalla voracità di taluni partiti e rifiutando di avallare operazioni di solo potere personale, senza respiro politico e senza visione. Come correttamente ricordato da altri – conclude Lentini – la giunta deve rispecchiare l’apporto di idee e consensi manifestatosi alle urne, assicurando rappresentanza a tutti coloro che hanno permesso l’elezione di Lagalla”.
Intanto, Roberto Lagalla prova a trovare la quadra sul rimpasto in Giunta al Comune di Palermo . Proseguono le consultazioni del sindaco con le anime del centodestra palermitano al fine di chiudere il cerchio sull’esecutivo che verrà. Un percorso avviato ieri ma che si presenta come una gara di salto ad ostacoli per il primo cittadino, costretto a far fronte alle schermaglie presenti all’interno della coalizione e all’insorgere di nuovi problemi. Sul tavolo, oltre alla sostituzione di alcuni assessori, c’è il tema dei posti di sottogoverno e delle presidenze di commissione. Fronte sul quale l’ex Rettore prova a giocarsi tutte le carte a disposizione per mettere d’accordo le teste della maggioranza.
Se il duello fra Fratelli d’Italia e Forza Italia impone prudenza nelle scelte, c’è chi avrebbe già deciso il da farsi, ovvero la Nuova DC di Totò Cuffaro. Nei giorni scorsi, il capogruppo democristiano Domenico Bonanno aveva chiesto un secondo assessore in Giunta, vista l’incrementata forza in Consiglio Comunale su cui i cuffariani possono contare dopo gli ingressi di Salvatore Di Maggio e di Giovanna Rappa. Profilo, quest’ultimo, vicino a Pietro Garonna, già dirigente regionale e uomo di fiducia dall’ex presidente della Regione. Un nome di sicura esperienza e che può contare sul sostegno dell’ala più cristiana del partito. Fatto che lo pone in pole position per un futuro ingresso in Giunta al fianco di Giuliano Forzinetti.
Situazione più complessa in casa Forza Italia. Primo partito a chiedere ufficialmente la sostituzione di due dei tre assessori presenti in Giunta, ovvero Andrea Mineo e Rosi Pennino. Roberto Lagalla dovrebbe incontrare la delegazione azzurra nella giornata di mercoledì, anche se è sicuro quantomeno l’ingresso nell’esecutivo di Pietro Alongi, nome molto vicino al presidente della Regione Renato Schifani. L’altro profilo lo deciderà il deputato regionale Edy Tamajo, che può contare già in Giunta sulla presenza del padre Aristide. Per il ruolo, c’è la possibilità che venga scelta una donna, anche per far fronte alle numerose uscite rosa dalla Giunta. La voce non è però ancora confermata. In caso si verificasse una tale ipotesi, le piste più probabili portano ai nomi di Catia Melia, fedelissima dello stesso Tamajo, e di Stefania Munafò, profilo d’esperienza in quota azzurra. Ciò al netto di un possibile riavvicinamento di idee con l’attuale detentrice della delega alle Politiche Sociali Rosi Pennino. Profilo che riscuote la stima omnidirezionale della maggioranza e a cui Roberto Lagalla non vorrebbe rinunciare.
Prosegue, poi, il dualismo in casa Lega fra l’attuale assessore allo Sport e al Turismo Sabrina Figuccia ed il capogruppo Alessandro Anello, che in Giunta ci vorrebbe ritornare dopo l’esperienza conseguita nella seconda consiliatura di Diego Cammarata. Una richiesta che parte da un accordo pre-elettorale sottoscritto all’interno del Carroccio ma che, secondo l’ala Figuccia, si sarebbe dovuto mettere in campo a metà consiliatura.
Intanto, in casa Lega, la segretaria regionale del partito Annalisa Tardino ha incontrato ieri il sindaco Roberto Lagalla. Al centro dell’agenda politico il futuro della città di Palermo, con particolare riferimento ai fondi dell’avanzo e alle grandi opere in città. “Ho incontrato il sindaco Lagalla per fare il punto sul futuro della città e sui progetti su cui si lavora da mesi con i ministri Salvini e Giorgetti. Dopo l’approvazione del rendiconto e del piano triennale, si pongono sfide importanti per il capoluogo siciliano”. Tra gli argomenti trattati anche quello del rimpasto. “Il sindaco mi ha chiesto che ne pensassi. In tutta onestà, per quanto mi riguarda non è una priorità, alla luce dei problemi che affliggono Palermo e che abbiamo ereditato dall’era Orlando. Pur tuttavia, laddove si gettassero le basi per un rimpasto, la Lega farebbe le opportune valutazioni”. Fatto che potrebbe aprire le porte proprio all’ingresso di Alessandro Anello che, nel passato recente, si è sacrificato per il futuro del Carroccio.
Dubbi che si diradano invece in casa Fratelli d’Italia, dove il vicesindaco Carolina Varchi sta facendo la voce grossa sul possibile rimpasto in Giunta. “Non lasceremo indietro nessuno”, aveva dichiarato la parlamentare nazionale nella giornata di sabato, durante la convention dei meloniani al San Paolo Palace. Una volontà da subito messa in pratica, con l’alzata di scudi sul neo-ingresso Andrea Mineo. L’assessore al Patrimonio è da mesi sotto attacco dall’ala di Forza Italia, che ne ha più volte chiesto la sostituzione attraverso diversi esponenti. Fra questi anche il compagno di mille battaglie Giulio Tantillo. Ed è proprio il presidente del Consiglio Comunale ad essere finito nel tritacarne di FdI che, in caso di esclusione di Mineo dalla Giunta, chiedono un ridimensionamento della truppa azzurra, proprio a cominciare dalla governance di Sala Martorana. La posizione del presidente, politicamente ed economicamente, è ormai equiparata a quella degli assessori. Secondo questo teoria, Forza Italia avrebbe quattro pedine in Giunta, oltre alle tre presidenze di commissioni e agli incarichi avuti nelle società Partecipate.
Un quadro nel quale i meloniani accettano la sfida e rilanciano con la richiesta di un nuovo assessore. Il profilo al momento scelto è quello di Toti Longo, già candidato alle scorse amministrative in quota Carolina Varchi. Una scelta che sorprende vista la presenza in lista di profili di lungo corso in Consilio Comunale, come quello dell’ex presidente della II Commissione Mimmo Russo, ritenuto però troppo vicino alla corrente di Giampiero Cannella. Nome in pole position per il ruolo di vicesindaco dopo che Carolina Varchi lascerà l’incarico. Un momento che, sebbene sia dato per vicino anche dalla diretta interessata, potrebbe non essere così dietro l’angolo. Intanto, per il coordinatore regionale del partito, si registra una vittoria sul fronte dei posti di sottogoverno. Dopo la nomina di Eugenio Ceglia nel ruolo di direttore generale, i meloniani potrebbero avocare a sè anche la scelta del nuovo comandante della polizia municipale. Profilo che sembrerebbe vicino proprio all’ala di Giampiero Cannella e che sarà annunciato nelle prossime ore, con Margherita Amato vicina ormai ai saluti. Un quadro comunque tutto in divenire e sul quale Roberto Lagalla sarà chiamato a decisioni difficili. I problemi della città attendono.