- L’attesa della nomina dei Sottosegretari stoppa il rimpasto nella giunta Musumeci
- Gli industriali chiedono di non togliere Pierobon
- Le donne Pd allo scontro: “Non dateci la colpa della sostituzione”
- Compare un nome nuovo per i Sottosegretari
- Nomi a sorpresa anche per la giunta
Per dirla con una metafora cinematografica potremmo parlare di sliding doors, porte girevoli. Si intreccia in maniera complessa la partita dei Sottosegretari con quella dei cambi nella giunta Musumeci che sembrano destinati a non fermarsi ad Alberto Pierobon, l’assessore già indicato in uscita dall’Udc.
Le nomine dei Sottosegretari cambiano gli equilibri
Si perchè per decidere cosa fare a Palermo Musumeci intende non solo ascoltare i partiti ma prima di tutto capire cosa succederà a Roma. Se uno dei suoi assessori fra Roberto Lagalla e Gaetano Armao dovesse andare a ricoprire l’incarico di Sottosegretario molto cambierebbe nel nuovo rimpasto in vista a Palermo.
Polemica sulle donne in giunta
Dopo che la capogruppo Udc Eleonora Lo Curto ha attaccato violentemente la scelta del Pd di presentare un ricorso e legato a doppia mandata la sostituzione di Pierobon con l’esigenza di fare entrare una donna, arriva una risposta altrettanto piccata.
“È semplicemente pietoso che si continui a far credere che la rimozione dell’assessore Pierobon sia dettata dalla incombente necessità processuale di “fare posto a una donna” in giunta. Come se ciò risolvesse il problema dello squilibrio di genere. Questo uso strumentale delle battaglie femministe e del rispetto della Costituzione è gravissimo, è l’ennesima lesione della dignità delle donne” dice Milena Gentile Responsabile del Dipartimento Pari Opportunità e Politiche di Genere del PD Sicilia insieme alle Democratiche siciliane.
“Ancora più triste è che qualche deputata, tra le pochissime presenti all’Ars, si presti a questo giochetto per ingenuotti, accusando le Democratiche di ipocrisia. L’UDC dovrebbe guardare meglio tra i suoi alleati. Magari scoprirebbe che è tutt’altra la ragione delle pressioni per fare fuori Pierobon. Del resto è cosa nota che il caos dei rifiuti in Sicilia è sempre stato funzionale a interessi capaci di condizionare anche gli assetti politici. Purtroppo, più che la democrazia paritaria, su questa vicenda pesano equilibri di ben altra natura”.
Gli industriali scrivono a Musumeci in difesa di Pierobon
“In riferimento alla paventata sostituzione dell’Assessore Regionale Alberto Pierobon, apparsa su varie testate giornalistiche e televisive, abbiamo il desiderio di segnalarle quanto la nostra Associazione, Confindustria Cisambiente – che rappresenta più di 600 aziende del settore dell’Ecologia e dell’Ambiente, oltre alla filiera dell’Energia rinnovabile da rifiuto – abbia avuto modo in questi anni di collaborare fattivamente con l’Assessore
professor Alberto Pierobon di cui abbiamo apprezzato la grande competenza e trasparenza negli atti con noi portati avanti” scrivono intanto al Presidente della Regione i vertici di Confindustria ambiente.
“In questi anni con l’Assessore Pierobon e con la Regione Sicilia abbiamo fatto importanti passi avanti in materia di rifiuti, attraverso la definizione del Piano Regionale dei Rifiuti e la legge di Riforma degli ex Ato, raggiungendo traguardi importanti e che allontanano la Sicilia dallo spettro dell’emergenza rifiuti. Abbiamo avuto modo di apprezzare il piglio pragmatico dell’Assessore Pierobon che, nonostante la cronica mancanza (peraltro nazionale) di impianti, ha evitato di consegnare ai tanti turisti estivi un’immagine della Sicilia sommersa dai rifiuti e abbiamo altresì apprezzato la riorganizzazione dei vari uffici dell’Assessorato con l’ingresso recente del nuovo direttore del Dipartimento Energia”.
Concludono dopo con un apprezzamento: “Per questo consideriamo pregevole il lavoro sin qui svolto dall’Assessore Alberto Pierobon, con il quale abbiamo anche firmato lo scorso 2019 un protocollo di trasparenza e legalità
per un settore che in passato ha avuto molte criticità proprio in questi ambiti. Confidando nella Sua sensibilità, cogliamo questa occasione per porgerle cordiali saluti”.
Il rimpastino resta al palo
Il rimpastino resta, dunque, sospeso attendendo sviluppi anche perché l’accordo Udc – Genovese non sembra concretizzarsi più, almeno al momento, e dunque l’operazione politica si sgonfia di parte del suo significato. Forse anche per questo nell’agone vengono fatti nomi altamente improbabili come quello di Daniela Baglieri ex presidente della Sac società di gestione dell’aeroporto di Catania, ordinaria di Economia e gestione delle imprese all’Università di Messina. Che L’Udc indichi una donna manager in passato sponsorizzata dal Pd non è impossibile soprattutto in chiave ‘ingresso Genovese’ ma non se ne intravede il significato politico, se non con una serie di forzature, significato che invece non può mancare in questa fase finale del mandato di Musumeci. A meno che l’accordo ‘Udc Genovese’ non torni in voga.
Un altro nome fra i papabili Sottosegretari
Nella pattuglia dei possibili sottosegretari, intanto, irrompe anche un altro nome. Si tratta dell’ex ministro Saverio Romano, leader di Cantiere Popolare e attualmente ‘disponibile’ perché non ricopre un incarico che dovrebbe lasciare. E ancora una volta, come per Lagalla e Armao, o per Francesco Scoma, la partita si incrocia anche con quella per la candidatura a sindaco di Palermo del prossimo anno. Tutti e quattro i nomi sono papabili, qualcuno più di altri, per la corsa a primo cittadino, tutti e quattro potrebbero scegliere di fare il Sottosegretario se indicati ma solo se l’incarico permetterà di non sparire dal dibattito in Sicilia. Ragionamento valido principalmente proprio per Romano che, in particolare, potrebbe valutare accettabile un incarico ai Trasporti e infrastrutture. In fondo anche Musumeci negli ultimi mesi ha iniziato a parlare di porto Hub in Sicilia e proprio la realizzazione del porto Hub di Palermo è un pallino di Romano che con Eurispes ha presentato il progetto ormai due anni fa. Ma di tutto questo né lui né i suoi hanno voglia di parlare.
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