Con il via libera definitivo alla riorganizzazione dei dipartimenti regionali, in Sicilia si assesta un ulteriore duro colpo alla tutela dei beni culturali. Almeno questa è la tesi di Legambiente riguardo a questa manovra del governo regionale vista come un danno anche per le Soprintendenze siciliane che verrebbero a perdere le loro competenze.
Il colpo di spugna
“Il governo Musumeci – dichiara Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia – con un semplice atto amministrativo, cancella, di fatto, una legge, la numero 80 del 1977, innovativa e all’avanguardia che è stata considerata un modello anche dal ministero della Cultura. Dopo la rimodulazione del sistema dei parchi archeologici, avvenuta solo qualche mese dopo la tragica morte dell’assessore Sebastiano Tusa che stava lavorando in altra direzione, quasi per un tragico scherzo della sorte, arriva la riorganizzazione dei Dipartimenti, proprio il 10 marzo, ‘Giornata dei beni culturali siciliani’ che ricorre ogni anno in sua memoria”.
La condivisione delle preoccupazioni
“Condividiamo pertanto l’appello di Italia Nostra e quello delle tante voci che esprimono indignazione – aggiunge Zanna – per l’ennesimo schiaffo al sistema di gestione e alla svendita delle competenze dei professionisti del settore. Legambiente annuncia che metterà in campo ogni utile azione, anche legale, per bloccare questa ennesima riorganizzazione che dimostra, ancora una volta, la visione miope del governo regionale nei confronti della gestione, tutela e valorizzazione dei nostri beni culturali”.
Il Pd: “Svuotate di competenze”
In queste ore anche il Pd aveva protestato: “Ci hanno provato nel 2018 ad abolire le Soprintendenze – ha detto il segretario regionale Anthony Barbagallo -. Oggi il governo Musumeci ci ritenta: no all’abolizione ma le svuota di competenze con la scusa della riorganizzazione e dell’efficientamento della macchina regionale. Su tutto infatti spariscono, con un tratto di penna, le sezioni scientifiche delle Soprintendenze. Ma il Pd dice no a questo gioco da parte di un governo oramai alla canna del gas. Faremo di tutto per impedire questo tentativo di smembrare le Soprintendenze chiedendo innanzitutto al governo di Roma di esercitare nei confronti della Regione Siciliana il potere sostitutivo previsto dall’articolo 120 della Costituzione, al fine di ripristinare l’assetto istituzionale legale degli organi regionali di tutela del paesaggio e del patrimonio storico artistico della Nazione conservato nell’Isola”.
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