Oggi pomeriggio, nonostante il governo regionale, come dichiarato nei giorni scorsi dall’assessore alla Funzione Pubblica Andrea Messina, stia provvedendo a nominare la nuova Aran Sicilia per potere procedere al rinnovo contrattuale e alla riclassificazione del personale, il Commissario straordinario pro-tempore dell’Aran ha convocato le organizzazioni sindacali sulla base di direttive emanate dal precedente governo Musumeci che non consentirebbero il necessario processo di riforma della Regione Siciliana e del suo personale senza neanche garantire aumenti in linea con quelli del corrispondente Contratto di lavoro degli Statali.

Al fine di manifestare ancora una volta la propria contrarietà a una situazione che sarebbe insostenibile sopportare ancora, il gruppo dirigente del sindacato autonomo Cobas/Codir, ha inscenato un flash mob con occupazione simbolica dell’Aran.

Il Cobas/Codir “Si faccia presto”

“Si faccia presto e si proceda nel più breve tempo possibile alla designazione dei componenti dell’Aran – rivendica in sindacato Cobas/Codir – per garantire aumenti economici dignitosi al personale, una improcrastinabile riclassificazione del personale nel nuovo sistema classificatorio e il successivo e conseguente sblocco delle assunzioni”.

Fp Cgil Sicilia, “Tutto fermo, giunta Schifani intervenga, pronti alla mobilitazione”

Il mese scorso Fp Cgil Sicilia ha puntato l’indice contro il Governo regionale in riferimento alla questione che riguarda i dipendenti regionali. “Ancora nessun riscontro concreto. Non si muove nulla rispetto agli impegni assunti”.

La riapertura del tavolo negoziale

“L’11 gennaio scorso l’Assessore della Funzione Pubblica – sottolineano il Segretario Generale, Gaetano Agliozzo, e il Coordinatore Regionale, Salvo Lipari – aveva assicurato la rapida riapertura del tavolo negoziale al fine di sottoscrivere il contratto collettivo di lavoro 2019-21 già firmato in tutti i comparti del pubblico impiego nazionale”.

“Non si registrano passi in avanti”

“Dopo quasi due mesi da quell’incontro, ahimè non si registrano passi in avanti – proseguono – tutto ciò appare ancora più grave in questa fase di inflazione galoppante che diminuisce, in maniera ancor più visibile, il potere di acquisto dei lavoratori e delle lavoratrici”.