- La scadenza per la presentazione dei progetti PNRR è fissato per il 7 marzo 2022
- Anci Sicilia, Cgil e Fillea chiedono proroga
- “Aumentare personale per evitare perdita fondi”
Le città metropolitane siciliane rischiano di non poter utilizzare gli oltre 2 miliardi e mezzo, previsti dal PNRR per i Piani Urbani Integrati, in quanto il termine di scadenza per la presentazione dei progetti, fissato per il 7 marzo 2022, risulta essere eccessivamente ravvicinato. L’ANCI Sicilia chiede l’intervento del Governo e del Parlamento per evitare che la grande opportunità del PNRR finalizzata alla rifunzionalizzazione ecosostenibile di aree e di strutture edilizie pubbliche, nonché ad un miglioramento della qualità del decoro urbano e del tessuto sociale, ambientale e culturale delle comunità locali siciliane, si trasformi nell’ennesima occasione mancata per il Mezzogiorno d’Italia.
Anci Sicilia chiede proroga
“Il termine del 7 marzo 2022 per la presentazione dei progetti riguardanti i Piani Urbani Integrati rischia di non poter essere rispettato, a causa della carenza di figure apicali nelle strutture tecniche delle nostre città metropolitane, che necessitano di un concreto supporto economico e strutturale mediante l’inserimento di adeguati profili professionali abilitati alla redazione di progetti di tale importanza e complessità”, ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia.
“Chiediamo a Governo e Parlamento un intervento tempestivo, in fase di conversione del Decreto Legge 152/2021 contenente: ‘Disposizioni urgenti per l’attuazione del PNRR e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose’ per evitare l’ irreparabile perdita di risorse fondamentali per la crescita della nostra Isola e per il miglioramento della qualità di vita dei nostri cittadini”.
Fillea Cgil, aumentare personale per evitare perdita fondi
“Non possiamo correre il rischio di perdere i finanziamenti previsti dal Pnrr per la rigenerazione urbana e i piani di messa in sicurezza del territorio e per le infrastrutture della città di Palermo. Comune, area metropolitana e Regione si dotino immediatamente del personale necessario per gli studi di fattibilità dei progetti”. A lanciare l’allarme sono la Cgil Palermo e la Fillea Cgil Palermo in vista della discussione oggi in commissione del decreto con i requisiti e le linee guida per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per la prevenzione delle infiltrazioni mafiose, deliberato il 6 dicembre scorso.
A destare la perplessità anche dei sindacati, a causa della ben nota esiguità del personale negli uffici tecnici, è la parte in cui si richiedono studi di fattibilità per progetti del valore unitario di almeno 50 milioni di euro da presentare entro la scadenza del 7 marzo del 2022.
Solo a Palermo 200 milioni a rischio
Il decreto mette a disposizione in totale 2,5 miliardi per i piani urbani integrati delle città, con una previsione per Palermo di circa 200 milioni di euro. “Presentare i progetti per interventi finanziabili entro il 7 marzo 2022, alle condizioni attuali, ci appare francamente impossibile. Da più parti si vuole chiedere di spostare la data al 31 dicembre del 2022 e di abbassare a 25 milioni di euro il valore dei progetti. Possono essere in arrivo milioni di euro ma se enti e stazioni appaltanti non sono dotati di adeguati uffici tecnici, il rischio che si perdano i finanziamenti è dietro l’angolo – dichiarano il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo e il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo – Per fare camminare su due binari paralleli le risorse e i progetti, bisogna invitare il Comune, la città metropolitana e la Regione a dotarsi di professionisti per rinforzare gli organici che in questi anni si sono svuotati. I pochi dirigenti rimasti negli uffici devono smaltire carichi di lavoro non indifferenti, apprezziamo lo sforzo che stanno sostenendo ma oggi è questo il tema principale da affrontare. Possiamo spostare in avanti le scadenze ma se non ci dotiamo del personale che segue gli studi di fattibilità e progettazione rischiamo di perdere l’occasione unica di sviluppo data dalle risorse del Pnrr”.
“Oggi alle stazioni appaltanti viene richiesto un livello di progettazione non paragonabile a quello messo in campo in questi anni – aggiungono Ridulfo e Ceraulo – I cambiamenti climatici in corso, che stanno interessando anche il Sud, stanno mettendo ancora più in evidenza le nostre arretratezze e criticità. In questo momento, in provincia di Palermo ci sono comuni isolati, c’è il rischio frane che incombe in tante strade provinciali dissestate dove da vent’anni non si fa più manutenzione. E’ per questo che non si può più attendere. Chiediamo immediatamente un intervento per rendere possibile la presentazione dei progetti che devono consentire l’accesso agli investimenti previsti nel Pnrr per e l’avvio a nuove opere strategiche e a nuovi cantieri”.
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