Senza un intervento dello Stato, a fine anno ai 100 comuni della Sicilia già in dissesto se ne potrebbero aggiungere altri 200 che non sono nelle condizioni di approvare i bilanci entro il 31 dicembre. Un grido d’allarme quello lanciato ieri dall’Anci Sicilia che ha portato a Roma 150 sindaci e che il governo Draghi ha raccolto.
La protesta dei sindaci
“Abbiamo trovato una interlocuzione molto forte da parte del ministro Gelmini, da parte della presidente del Senato e soprattutto abbiamo avuto un incontro durato oltre due ore con la ministra Lamorgese e con tutto lo staff del ministero dell’Interno e del ministero dell’Economia”, spiega il presidente di Anci Sicilia, Leoluca Orlando, sindaco di Palermo.
“Mancata attuazione dello Statuto siciliano”
“Si sta studiando una ipotesi normativa che serva a far comprendere all’opinione pubblica nazionale che i comuni siciliani sono le vittime della mancata attuazione dello Statuto siciliano: quella speciale autonomia che doveva servire allo sviluppo della Sicilia ha finito per emarginare i comuni siciliani rispetto agli altri comuni d’Italia”, prosegue l’Anci Sicilia.
Crisi strutturale inaccettabile
I sindaci hanno spiegato a ministri e dirigenti dello Stato che “la condizione di crisi finanziaria” dei comuni “è diventata strutturale”. “E’ una condizione inaccettabile – dice Orlando – che certamente non non può essere sopportata e che dipende dalla disattenzione del governo nazionale e di quello regionale”.
La “marcia su Roma”
La marcia su Roma dei sindaci siciliani avvenuta l’altro ieri sembra aver dato i suoi frutti. Dal Governo Draghi dovrebbe arrivare una norma specifica per salvarli dal default.
I dati della Sicilia
I dati allarmanti dell’Isola in cui, ad oggi, solamente 152 comuni su 391 hanno approvato il bilancio di previsione 2021-2023, appena 74 Comuni hanno approvato il consuntivo 2020 e circa 100 Comuni si trovano già in dissesto o sotto piano di riequilibrio. Oltre alle questioni finanziarie i sindaci siciliani evidenziano anche le problematiche di carattere organizzativo, partendo da un recente monitoraggio, condotto dall’Anci Sicilia, in cui spicca un dato preoccupante e relativo ai posti vacanti nelle piante organiche dei Comuni siciliani: mancano circa 15 mila unità tra cui circa 4 mila fra dirigenti e categorie D.
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