“Ci sono diverse cose che i ristoratori non riescono a capire, e sono pronti a scendere in piazza per rivendicare il loro diritto al lavoro”.
Lo dice Loredana Novelli, presidente dell’associazione Siciliae Mundi che in queste ore sta ricevendo decine di segnalazioni da parte di esercenti del settore della ristorazione in ginocchio.

Il settore della ristorazione in grossa difficoltà

Con il passaggio da oggi, della Sicilia in zona arancione, i ristoranti sono nuovamente chiusi e possono lavorare solo con il servizio di asporto. Una situazione che sta mettendo i ristoratori in grossa difficoltà, tanto che molti hanno deciso di non aprire proprio. Particolarmente drammatica la condizione dei ristoratori a Palermo, come denunciano la stessa Siciliae Mundi e Ristotech Applicativo, un’azienda che si occupa di software per le attività produttive e fornisce sistemi di cassa e anche assistenza fiscale agli esercenti, soprattutto del settore della ristorazione.

Multe e controlli

I ristoratori, costretti ad un nuovo stop, si sentono frustrati e sono non poco arrabbiati.
“Negli ultimi 15 giorni nei quali hanno lavorato – racconta Loredana Novelli – hanno ricevuto controlli e multe di tutti i tipi. Nonostante i gestori abbiano seguito tutte le norme di sicurezza anti Covid19. I controlli, sono mirati ad evitare gli assembramenti, e questo è giusto, ma i gestori non hanno colpe se i clienti non rispettano le regole e si assembrano in prossimità dei locali”.

Gli esercenti della ristorazione “costretti a pagare più di altri”

Prosegue Novelli: “I ristoratori sono una categoria, più di altre, costretta a soffrire. Il peso di questa situazione di chiusure e stop lo stanno pagando gli esercenti, ed in particolar modo quelli della ristorazione. Palermo è invasa da ragazzi e ragazzini che fanno di tutto e di più, e così le autorità continuano ad ‘ammazzare’ la movida, quando nella maggior parte degli esercizi commerciali le regole vengono rispettate”.

Pronti a scendere in piazza

I ristoratori, insomma, non ce la fanno più. Osserva ancora Novelli: “Forse il sindaco ha deciso, prima della scadenza del suo mandato, di far morire completamente Palermo? Eppure in questa città di strade dissestate, e dove i problemi sono centinaia, Orlando al momento, sembra pensare solo al monopattino sharing. Gli esercenti si sentono presi di mira e vogliono portare la loro rabbia in piazza”.

La crisi nera e le difficoltà economiche

“Non è possibile quello che sta accadendo – fanno sapere da Ristotech Aplicativo – le difficoltà economiche della categoria sono diventate insormontabili”.
Aggiunge ancora la presidente di Siciliae Mundi: “E’ una situazione incredibile. Basti pensare alle migliaia di lavoratori e famiglie che stanno dietro al settore della ristorazione. Oggi possono solo manifestare tutta la loro disperazione. Vogliono essere ascoltati dalle istituzioni. La Regione sta venendo incontro alla categoria, per come può, ma dal Comune no. Ci troviamo di fronte al classico muro di gomma. E’ una specie di guerra tra poveri, tra chi può lavorare e chi no. A Palermo la disperazione sta prendendo il sopravvento, e tutto questo è estremamente ingiusto”.

Arrivano anche le tasse da pagare

Come se non bastasse, e ci riferiamo sempre al caso di Palermo, i ristoratori avrebbero ricevuto gli avvisi di pagamento per quanto riguarda suolo pubblico e Tari riferiti all’anno scorso. Novelli specifica: “Ci hanno fatto sapere dal Comune che si è trattato di un errore, e che le somme già pagate verranno decurtate dal prossimo pagamento ma ci troviamo di fronte a un paradosso in piena regola. Così non si può andare avanti. Chiediamo aiuto per questa categoria azzerata dalla crisi dovuta alla pandemia. Peccato che il Comune di Palermo si sia mostrato sordo dinanzi alle nostre richieste. Gli esercenti, soprattutto della ristorazione, chiedono solo di poter lavorare rispettando tutte le regole. Sono stati travolti da una crisi senza precedenti e non sono stati aiutati. Per questo vogliono mobilitarsi organizzando una grande manifestazione. Intanto Palermo sta letteralmente morendo di fame”.

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