C’era anche Rita Barbera ieri mattina all’incontro con gli studenti del “Gonzaga Campus” di Palermo che è stato condito dal siparietto tra Roberto Lagalla e Fabrizio Ferrandelli.  Qui ha parlato di urbanistica e servizi. Si è parlato, invece, di soluzioni possibili per uscire dalla grande depressione in cui versa Palermo a causa dell’operato dell’attuale amministrazione presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Palermo e presso l’aula magna dell’Università Lumsa.

“Palermo non è una città per giovani”

“Questa non è una città per i giovani, per le donne, per gli anziani e per i più fragili – ha  Rita Barbera davanti agli studenti della scuola Gonzaga di Palermo – non c’è una visione né urbanistica né relativa ai servizi. Questa impostazione della città va necessariamente cambiata, senza false promesse e con una visione inclusiva, armoniosa e senza conflitti”.

I giovani lontani dalla politica

Secondo la candidata sindaco di Palermo, ex direttrice dei carceri del capoluogo, “i giovani oggi non credono più nella politica e pensano che i politici siano tutti uguali, disonesti e che pensino solo alla loro poltrona ma non è così, perlomeno non tutti. È fondamentale che non trascuriate che la vostra scelta deve indirizzarsi verso persone oneste, con un passato chiaro e scevro da compromessi perché, come si legge alle mie spalle “Il politico diventa uomo di Stato quando inizia a pensare alle prossime generazioni e non alle prossime elezioni”, come diceva Winston Churchill“.

L’incontro con gli avvocati

“Manca il rapporto – ha detto Rita Barbera dentro l’aula magna dell’Università Lumsa – tra le cittadine, i cittadini e l’amministrazione comunale. Non è sufficiente parlare di partecipazione senza che alle spalle di questa parola ci siano possibilità di confronto, di costruzione comune. L’VIII° Circoscrizione conta oggi oltre 130.000 abitanti e, se si pensa che la città di Trapani ne ha poco meno di 70.000, appare evidente che la vecchia struttura amministrativa decentrata non può funzionare. A questo si associa che si è avuta la pretesa di raggruppare quartieri e unità di primo livello diversi tra loro dal punto di vista urbanistico e soprattutto sociale.

Palermo divisa in “piccole città”

“È necessario – ha proseguito Rita Barbera – iniziare un percorso che, com’è successo in altre città europee, trasformi questi enormi agglomerati urbani in piccole città “dei 15 minuti”, il tempo che deve essere necessario a muoversi per raggiungere i servizi di prima necessità: scuole, poliambulatori, consultori, spazi di ricreazione, biblioteche, spazi polivalenti per i giovani e strutture sportive per permettere a Palermo di diventare una città a misura delle cittadine e dei cittadini e non viceversa”.