Si cerca di tornare lentamente alla normalità nelle scuole dopo la sospensione delle lezioni in presenza a causa del Covid19 ed un anno didattico veramente difficile.

Stamane il governatore Musumeci ha dichiarato: “Le scuole in Sicilia apriranno il 14 di settembre, ma diamo la facoltà ai responsabili di istituto, se non ci fossero le condizioni, di poter spostare l’apertura al 24 settembre”.

Tuttavia, a due settimane dall’inizio, annunciato dal ministro Azzolina per il 14 settembre – si voleva infatti partire tutti insieme per dare anche un segnale forte di ripresa del Paese – sono tanti i nodi da sciogliere.

BlogSicilia ha cercato di capirne di più parlando con Domenico Di Fatta, dirigente scolastico del liceo Regina Margherita, che con quasi 2300 studenti, e cinque indirizzi di studio, è la seconda scuola pubblica più grande di Palermo.

Con i presupposti attuali, è verosimile che la scuola possa ricominciare il 14 settembre?

La nostra scuola riaprirà il 14 settembre. Ci siamo organizzati con la didattica a distanza in tutte le classi. Faremo entrare a scuola ogni giorno metà degli studenti, organizzando dei turni tra ragazzi e classi. Gli studenti parteciperanno alle lezioni metà in presenza e l’altra metà in sincrono, così si dice in gergo. In aula i ragazzi saranno a distanza di un metro tra di loro e a due metri dalla cattedra. Se riusciremo a garantire queste misure di sicurezza non ci sarà bisogno di indossare la mascherina.
L’aspetto più importante, da sottolineare, è la decisione, presa in seno al collegio docenti, di svolgere, in tutte le 90 classi della scuola, una forma di didattica mista. Ogni giorno mentre il docente farà lezione in aula a dieci studenti, altri dieci potranno seguire da casa.
I primi giorni di scuola ci sarà anche l’orario ridotto, servirà a tenere tutto sotto controllo, far abituare i ragazzi al ritorno tra i banchi, vigilare sul loro corretto comportamento e responsabilizzarli.
Ripartiremo con lentezza perché abbiamo bisogno di monitorare la situazione.

Cosa pensa della didattica a distanza, unica strada praticabile durante la pandemia, ma che tante polemiche ha suscitato?

E’ da premettere che la lezione dovrebbe sempre svolgersi in presenza, perché durante la lezione lo studente fa una esperienza di vita sociale e di relazione importantissima. La lezione in presenza è assolutamente insostituibile, ma abbiamo scoperto, con i miei docenti, che la didattica a distanza può portare alla luce e sviluppare tante potenzialità.
I professori mi hanno riferito di studenti che in classe non riuscivano ad ‘emergere’ e che invece, durante le videolezioni hanno trovato l’opportunità di tirare fuori altro, per molti di loro è stato uno stimolo non indifferente. Bisogna tuttavia utilizzare bene la didattica a distanza, i docenti devono essere preparati. Sono certo che di questa esperienza qualcosa di buono ed importante rimarrà.
I ragazzi ormai usano il cellulare o l’ipad con grande dimestichezza, il fatto di adoperare uno strumento che per loro è di facile utilizzo ha tirato fuori delle doti che forse nemmeno loro sapevano di avere.

Quali altri provvedimenti sta adottando la scuola per rispettare le norme anti contagio?

Gli studenti entreranno a scuola ad orari differenziati, a scaglioni, ogni 15 minuti.
Abbiamo deciso che entreranno alle 8 le classi del biennio, alle 8.15 quelle del triennio, con scaglionamento anche per quanto riguarda l’orario di uscita. Nella sede centrale della nostra scuola, che ha due piani, ci sarà anche una uscita differenziata per piano.
Per garantire maggiore sicurezza, chiederemo ai ragazzi un piccolo sacrificio: la ricreazione si farà in classe per evitare assembramenti. Inoltre i nostri docenti hanno già iniziato a fare i test sierologici.

E in merito ai banchi monoposto che le scuole stanno aspettando?

Avendo deciso l’entrata di solo metà degli studenti al giorno non abbiamo questo problema. I banchi che abbiamo a disposizione ci permettono di rispettare il necessario distanziamento.
Ci auguriamo comunque che entro ottobre arrivino i banchi adeguati e previsti dal ministero.

Quale sarà la prassi da seguire nel caso in cui un alunno abbia la febbre o sintomi riconducibili al Covid19?

Noi stiamo nominando un referente Covid19 per la scuola, lo faremo sicuramente entro il 14 settembre.
Abbiamo già predisposto una auletta isolata dove l’alunno con febbre potrà sostare, abbiamo inoltre già i termoscanner. Si misurerà la temperatura, se dovesse essere superiore a 37.5 si chiameranno immediatamente i genitori dello studente.
La cosa più difficile sarà evitare che si diffonda il panico tra i compagni. Lavoreremo molto in classe nei primi giorni sui ragazzi proprio per questo motivo.

Cosa vorrebbe dire ai ragazzi a pochi giorni dall’inizio di un anno scolastico che sarà certamente atipico?

Siamo in un momento difficile, e possiamo superarlo solo con la collaborazione di tutti, docenti, famiglie e studenti. E poi bisogna rispettare le regole, questo non dobbiamo dimenticarlo. Evitare gli assembramenti e mantenere il distanziamento sociale. Dobbiamo fare un sacrificio nel nome della salute di tutti, sono fiducioso che i ragazzi sapranno rispettare le regole.

 

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