Con la tragedia e il disastro ambientale di Ischia e i danni da maltempo diffusi in tutta Italia torna anche il dibattito sulle ex Province. la loro soppressione, infatti, è uno dei grandi temi che porta oggi, a non poter individuare responsabilità precise riguardo la mancata manutenzione stradale della così detta viabilità secondaria ed idrogeologica su fiumi e torrenti oltre che sui costoni nei così detti territori di confine. Insomma molti dei lavori non  fatti, dei controlli non eseguiti, una volta erano proprio competenza delle ex province e lo svuotamento delle funzioni ha causato vuoti normativi e rimpalli di responsabilità

Province pronte a tornare in campo

“Le Province sono pronte a dare il loro pieno contributo al tavolo di lavoro varato dal governo ma per recuperare il tempo perduto è essenziale che a questo impegno corrisponda certezza dal punto di vista delle funzioni, degli organi, del personale e soprattutto le risorse indispensabili” dice, adesso, il presidente dell’Upi, Michele de Pascale, relativamente al piano straordinario di contrasto al dissesto idrogeologico varato dal Consiglio dei Ministri. “Sono anni che come Upi – aggiunge – denunciamo che con il depotenziamento del nostro livello di governo si sono indeboliti i territori”.

Con l’azzeramento delle funzioni, aggiunge il presidente Upi, “i territori hanno perso risorse e non hanno più goduto della necessaria prossimità nella programmazione e pianificazione coordinata degli interventi. Ora non possiamo che accogliere con favore la decisione del Governo di coinvolgere le Province nel piano straordinario di contrasto al dissesto idrogeologico varato oggi dal Consiglio dei Ministri, ma per recuperare il tempo perduto – ribadisce de Pascale – è essenziale che a questo impegno corrisponda certezza dal punto di vista delle funzioni, degli organi, del personale e soprattutto delle risorse indispensabili”.

Il dibattito in Sicilia

In Sicilia il dibattito sul ritorno ad organismi intermedi (ex Province oggi in Sicilia divise fra Città Metropolitane e Libero Consorzi di Comuni) elettivi era già aperto da tempo e nel programma del Governo Schifani c’è proprio il ritorno di questi organismi anche in forma proprio di Città metropolitane e Liberi Consorzi ma con precise responsabilità e organismi eletti dai cittadini

Il Comitato Pro Province

“Se da un lato apprendiamo con viva soddisfazione, le dichiarazioni rilasciate dal presidente Renato Schifani sulla volontà di ripristinare le Province e l’elezione diretta, dall’altro rimaniamo preoccupati per il disegno di legge presentato dal partito democratico” dice Salvatore Giuseppe Sangiorgi, presidente del comitato Pro Province.

“Quel partito che ha messo in atto riforme di difficile applicazione, azzerando la politica del territorio e lasciando la guida degli enti ad una burocrazia autoreferenziale e dannosa, con una classe dirigente spesse volte non all’altezza delle situazioni, consegnandole impropriamente a commissari straordinari e a sindaci metropolitani di passaggio e delegittimati dalla sentenza della Corte Costituzionale”.

“Auspichiamo, vista la disastrata legge Delrio e le fallimentari riforme non riforme conseguenziale del Governo Crocetta – continua –  che il Presidente Schifani vada oltre i già proclami di Musumeci e che si impegni nel mettere in atto una propria legge di riforma sulla quale potranno convergere tutte le forze politiche, per riconsegnare gli enti a dei rappresentanti istituzionali che sappiano assolvere ai compiti di programmazione e controllo entrambi assenti dal lontano 2012”.

“Politici eletti direttamente che con responsabilità siano in grado di organizzare finalmente gli enti sovracomunali con strutture organizzative compatibili alle esigenze dei territori, dei cittadini e delle imprese in base alle attuali competenze o a quelle che eventualmente Governo e Assemblea riterranno di assegnare”.

 

Articoli correlati