Filca, Feneal, Fillea intervengono duramente sui rilievi contenuti nella relazione del Mef, che chiama in causa anche la posizione dei lavoratori edili del Coime.

“Siamo esterrefatti, fortemente contrariati dalle valutazioni espresse nella relazione della Ragioneria di Stato in quanto il Mef mostra di disconoscere che gli 856 lavoratori edili del Coime sono in forza al Comune di Palermo in virtù di un decreto legge emanato nel 1986, che ha previsto l’assunzione del bacino ex Dl 24 con l’applicazione del contratto degli edili – dichiarano i segretari di Feneal, Filca e Fillea Palermo Ignazio Baudo, Paolo D’Anca e Francesco Piastra – Questi lavoratori sono stati definitivamente assunti a tempo indeterminato con una legge dello Stato del 2000. Che il ministero si accorga oggi di questi lavoratori dopo 33 anni, e che li consideri ‘personale in servizio eccedente’, è davvero incredibile”.

“Questi lavoratori ormai da decenni – aggiungono Baudo, D’Anca e Piastra – garantiscono servizi importanti in punti nevralgici dell’amministrazione comunale, come la manutenzione ordinaria delle scuole, delle ville comunali e le riparazioni urgenti delle strade e vengono utilizzati per tutti gli interventi di somma urgenza nell’ambito della città di Palermo, oltre a essere chiamati per le questioni che riguardano la Protezione civile. Una parte di loro, architetti, ingegneri, geologi sopperiscono anche alle carenze organiche dell’amministrazione e degli uffici comunali, occupandosi di progettazione e coordinando le attività operative degli edili del Coime”.
I segretari degli edili sono pronti alla mobilitazione: il 5 febbraio, in occasione della seduta appositamente convocata del consiglio comunale, i lavoratori del Coime aderenti a Feneal, Filca e Fillea terranno un sit-in per il mantenimento del loro status contrattuale di lavoratori a tempo indeterminato.

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