Un accordo nel centrodestra per chiudere la partita delle candidature con largo anticipo e con una strada ben tracciata. Lo starebbe sollecitando con insistenza agli alleati il Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè nella qualità di coordinatore di Forza Italia in Sicilia. Non ufficialmente, è chiaro, ma nelle stanze delle trattative riservate e in numerose telefonate con i leader dei partiti della coalizione.

Musumeci alla Regione, Lagalla candidato sindaco di Palermo

Per l’azzurro la strada è chiara: tutti su Musumeci alla Regione per la sua rielezione con lui stesso candidato a restare presidente dell’Ars e l’assessore regionale alla Formazione professionale e all’Istruzione Roberto Lagalla, candidato centrista a sindaco del capoluogo per il dopo Orlando. Strada da perseguire in sede di trattative interne per decidere, poi, chi fa cosa in vista proprio degli appoggi elettorali.

Lagalla solleticato dall’idea

Roberto Lagalla, già assessore alla sanità nell’ultimo governo Cuffaro prima di questa esperienza nel governo Musumeci e Rettore dell’Unipa prima di Fabrizio Micari, da tempo è solleticato dall’idea di fare il sindaco. Se da una parte rappresenterebbe un candidato centrista (contraltare dell’eventuale appoggio ad un candidato di destra come Musumeci alla Regione), dall’altra parte, però, incontra il gelo proprio nell’area di centro.

Il gelo al centro

Anche qui nulla di ufficiale ma Cantiere Popolare, Udc e Italia Viva non sembrano intenzionati a sposare questa idea. In Lagalla non vedono un centrista che possa rappresentarli tutti ma più un candidato autonomo dagli schieramenti e dai partiti che gioca col suo Movimento ‘Idea Sicilia’ ma poi non risponde neanche al suo antico amico Totò Cuffaro, almeno nella visione dei partiti che oggi dovrebbero rappresentare il centro. Fra i renziani, poi, non si è spenta l’eco della voglia di candidatura di Francesco Scoma ex Forza Italia oggi proprio a Italia Viva. Scoma è in silenzio da diversi giorni ma non vuol dire che abbia rinunciato. Sembra piuttosto stare alla finestra a guardare quel che succede dopo avere messo in campo la propria disponibilità e i propri mezzi.

Lagalla inizia a sbilanciarsi

Lui, Roberto Lagalla, per parte sua, a sorpresa inizia a sbilanciarsi e risponde all’appello dell’ex forzista, oggi nuovamente leghista, Marianna Caronia, rivolto a tutti i deputati regionali palermitani, circa l’organizzazione di una riflessione sulla Città di Palermo.

“Concordo con l’onorevole Caronia sulla opportunità che, a Palermo, si avvii, in vista delle prossime scadenze elettorali, un percorso di analisi e approfondimento delle principali criticità” dice ufficialmente Lagalla, di fatto uscendo dall’ombra della trattativa e dichiarandosi.

“La Città ha bisogno di tornare a vivere – continua – ed i palermitani hanno necessità di avviare un dialogo inedito con le istituzioni, all’insegna della concretezza e della chiarezza. Certamente sono disponibile a fornire, come deputato eletto nel Comune di Palermo, il mio personale contribuito a questo momento di riflessione, ma soprattutto di individuazione, per il bene della Città e dei suoi abitanti, delle possibili opportunità di sviluppo, per porre, sin da subito, le basi di un condiviso e collegiale progetto di rinascita e rinnovamento”.

Rotti gli indugi adesso si tratterà, per Lagalla, di convincere gli alleati che una sua eventuale sindacatura non sarà un’altra esperienza ‘simil Orlando’ ma targata centrodestra.

Gli autonomisti giocano con ‘due mazzi di carte’

La partita è appena iniziata ma in tanti pensano che sia ancora troppo presto per giocarla. Molto, anzi moltissimo, dipenderà dagli equilibri che si creeranno a livello nazionale dopo l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica. Forse anche per questo restano attendisti gli autonomisti che fanno capo all’ex Presidente della Regione Raffaele Lombardo. Loro un patto lo hanno già con  la Lega, anche se con l’area più moderata, ma non smettono di parlare con i partiti del centro. In attesa di un incontro di questo variegato centro qualche perplessità viene anche da quel di Catania in relazione alla candidatura panormita. Ma questa parte partita difficilmente potrà aspettare il nuovo presidente della Repubblica e anche gli alleati lo sanno bene

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