La quinta sezione della Corte di Cassazione, relatore Grazia Miccoli, ha assolto Stefania Lo Piparo 46 anni e il padre Stefano, di 73 anni. Non sarebbero stati loro ad uccidere Rosario Vitale. Il delitto avvenne ad Aspra, la frazione marinara di Bagheria, il 17 settembre 2007. L’uomo morì per le ferite provocate da una coltellata. Lo riporta il Giornale di Sicilia.

Confermato l’Appello

La Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’appello che nel 2019 aveva scagionato i due imputati con la formula piena, rigettando i ricorsi presentati dalla Procura e dalle parti civili, ossia il padre e il fratello della vittima e la madre, difesi dagli avvocati Antonino Agnello e Giacomo Roberto Greco. Stefania Lo Piparo e il padre Stefano sono stati difesi dagli avvocati Isabella Giuffrida, Raffaele Restivo e Giovanni Di Benedetto. Lungo l’iter giudiziario che ha cercato di fare luce sulla morte di Vitale, all’epoca quarantenne.

Il delitto resta un mistero

La corte d’assise d’appello aveva assolto i due Lo Piparo dall’accusa di omicidio. I due imputati vennero condannati a 16 anni dal gup in abbreviato. Il verdetto fu ribaltato in appello ed entrambi vennero scagionati. La Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di secondo grado: da qui il nuovo giudizio della corte d’assise d’appello di Palermo. Vitale era stato più volte denunciato dalla moglie per maltrattamenti e lesioni. Il giorno della sua morte, dopo l’ennesima lite, la donna si era trasferita a casa del padre ed era andata dai carabinieri per un nuovo esposto. Poi era tornata a casa a prendere il cellulare e aveva trovato il marito ad attenderla. Saliti in casa del padre della donna ci sarebbe stata una violenta discussione.

Il racconto in un libro

Secondo quanto sostenuto da Stefania Lo Piparo, si era procurato la ferita per evitare l’arresto. Lei ha raccontato il loro rapporto tormentato nel libro “Quando l’amore diventa follia”, pubblicato nel 2016. Vi descrive le continue violenze, fisiche e psicologiche, subite ad opera del marito nel periodo, una decina d’anni, in cui hanno vissuto assieme e durante il quale nacque anche un figlio. E descrive pure con dovizia di particolari, le fasi drammatiche della morte di Vitale.