- Allarme di Sicilindustria sulle Rsa
- I ricoveri si sono dimezzati a causa dell’emergenza sanitaria
- A rischio il sistema dell’assistenza in Sicilia
Quello che fino al mese scorso era una richiesta di attenzione, oggi è vero e proprio grido d’allarme: “Le Rsa e le strutture socio sanitarie siciliane sono sull’orlo del baratro”, denuncia Francesco Ruggeri, presidente della sezione ‘Strutture socio-sanitarie’ di Sicindustria, dopo aver riunito la propria assemblea.
Ricoveri crollati di oltre il 50%
Il 2020 è stato, come per tante imprese, un anno devastante. Le strutture socio sanitarie e le Rsa sono ormai al collasso. “Non c’è un aggiornamento Istat delle rette da circa vent’anni – continua Ruggeri – e a causa delle misure restrittive per il contenimento della pandemia, i ricoveri sono crollati di oltre il 50%. Nonostante questo finora ci siamo imposti di mantenere integro l’intero organico, che consideriamo una parte fondamentale delle nostre imprese. Così però non possiamo più andare avanti”. E’ stato chiesto alla Regione di riconoscere, come previsto a livello nazionale, anche per quest’anno, a titolo di ristoro, il 90 per cento della quota di budget assegnato e che, a causa della pandemia, non può essere coperto dalle prestazioni rese e rendicontate mensilmente. “Ma ancora non c’è nulla – dice Ruggeri -. Anzi peggio, perché molte delle Asp siciliane non hanno neanche pagato i ristori del 2020, già previsti dalla Regione”.
L’appello delle imprese del comparto
“Chiediamo al presidente della Regione, Nello Musumeci, e all’assessore alla Sanità, Ruggero Razza, di imprimere una accelerazione sia sul fronte dei ristori per il 2021, sia verso le Asp affinché provvedano ad erogare quanto dovuto per l’anno scorso. Noi continuiamo a lavorare garantendo il massimo dell’assistenza e della professionalità ai nostri ospiti e pazienti, ma senza un supporto concreto tutto questo non sarà più possibile e molte delle nostre aziende saranno costrette a chiudere”.
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