Il processo penale per il furto di carburante all’azienda deve ancora concludersi, ma il licenziamento di quei quattro dipendenti della Rap è da considerarsi illegittimo. Così ha deciso il giudice del lavoro del tribunale di Palermo, Paola Marino, che ha condannato la Rap – la società che gestisce la raccolta dei rifiuti in città – a reintegrare Giovanni Di Franco, Francesco Mancuso, Salvatore Messina e Antonio Cardinale.
“In merito alla sentenza da parte del giudice del lavoro Paola Marino che ha richiesto il reintegro di 4 operai della Rap dopo i licenziamenti effettuati per giusta causa, l’azienda impugnerà il giudizio”. A dichiararlo l’Amministratore Unico della Rap Giuseppe Norata.
L’Azienda nel prendere atto della sentenza ha dato mandato al proprio Ufficio Legale di fare ricorso in appello.
“Pur rispettando le sentenze non si può danneggiare l’immagine societaria, dei propri lavoratori e della collettività per pochi che non fanno il loro dovere sottraendo impunemente attrezzature e carburanti al proprio datore di lavoro. Come hanno dimostrato le indagini portate avanti dagli inquirenti, gli stessi, infatti, erano stati arrestati nell’aprile 2015 proprio perché presi in fragranza di reato”.
Secondo l’ufficio legale dell’Azienda che curerà il ricorso, la presente sentenza civile del giudice del lavoro contiene motivazioni non condivisibili emesse in totale autonomia rispetto al procedimento penale in corso smentendo, addirittura, le attività certificate dalla stessa polizia. A sostegno della legittimità dei licenziamenti effettuati da Rap milita la consolidata giurisprudenza della Corte di Appello di Palermo, confermata dalla Corte di Cassazione che ha ritenuto corretto l’operato societario nei confronti degli altri dipendenti coinvolti in analogo procedimento penale già licenziati per furto di carburante e quant’altro.
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