Palermo

La regione che non sa far di conto, slitta ancora la parifica, a rischio i bilanci dal 2019 in poi e l’accordo con lo Stato

  • Slitta a fine febbraio la parifica del bilancio 2019
  • Polemiche sulla scelta del governo Musumeci di ritirare il rendiconto generale e modificarlo
  • Verso un bilancio di previsione 2021 ballerino per effetto dei conti precedenti
  • Incertezza anche per il bilancio triennale

E’ stata fissata al 27 febbraio, alle 10.30, l’udienza davanti le sezioni riunite della Corte dei Conti per il giudizio di parifica del rendiconto della Regione siciliana per il 2019. L’udienza di pre-parifica si terrà l’8 febbraio, alle 10.30 ma anche queste date che di per se renderebbero impossibile approvare unbilancio di previsione 2021, potrebbero slittare nuovamente.

La giunta ritira il rendiconto generale 2019

Alla luce della delibera della giunta Musumeci che ha deciso di modificare il rendiconto dopo le osservazioni mosse nei giorni scorsi dalla Procura contabile su una partita di residui attivi (di vecchia formazione), è probabile che l’udienza venga rinviata ancora una volta (la data del 29 gennaio era stata annullata in precedenza e adesso potrebbe saltare anche quella del 27 febbraio). La Corte dovrà infatti valutare il nuovo rendiconto con le partite corrette dei residui attivi imputati da alcuni dipartimenti e che per errore non erano stati cancellati.

L’esigenza di conti chiari e i rischi sul bilancio triennale

Una scelta, quella del governo Musumeci, che se da una parte è indirizzata a mettere in linea i conti ed evitare problemi con la giustizia amministrativa, dall’altra rischia di penalizzare la Sicilia sul fronte dell’accordo con lo stato che prevede il via libera al bilancio di previsione entro il 28 febbraio.

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Le polemiche dell’opposizione

Ma le scelte del governo finiscono subito nel mirino dell’opposizione. “Il presidente della Regione riferisca all’Ars il motivo per il quale ha ritirato il rendiconto generale della Regione per l’esercizio finanziario 2019, già trasmesso per la parificazione alla Corte dei conti. Ci auguriamo che almeno in questo caso Musumeci invece del solito scaricabarile si assuma la responsabilità delle cause della revoca del rendiconto, che può pregiudicare il rispetto delle scadenze pattuite con lo Stato, con gravi conseguenze per la Sicilia” dice Giuseppe Lupo, capogruppo PD all’Ars.

“Assistiamo alla marcia del gambero di un governo regionale incapace, che adesso rischia di far slittare l’approvazione della legge di stabilità e di bilancio – aggiunge Lupo – ritardando ulteriormente gli interventi economici per imprese e lavoro”.

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Posizione forse ancor più dura quella dei 5 stelle “Il ritiro del rendiconto 2019 della Regione è un fatto gravissimo che non ha precedenti nella storia finanziaria della Regione Siciliana. Alla luce di questo ennesimo strafalcione, inizio a nutrire seri dubbi che questo Governo sarà capace di rispettare gli accordi presi con Roma e godere dei benefici concessi. Se in 3 anni questa presidenza non ha rispettato nessuno degli accordi presi con i Siciliani cosa ci fa pensare che rispetterà l’accordo con il Governo?. A questo punto il rinvio della parifica non è più probabile, come denunciavo in aula la settimana scorsa, ma è scientificamente certo. La ripresentazione del rendiconto comporta il riavvio dell’intera procedura da parte della Sezione di controllo della Corte dei Conti, per la cui definizione saranno necessari almeno un paio di mesi” sostiene il deputato regionale del Movimento 5 Stelle Luigi Sunseri, componente della Commissione Bilancio all’Ars a proposito del ritiro in autotutela del rendiconto 2019 della Regione Siciliana.

“Era il 1 Dicembre dello scorso anno – spiega Sunseri – quando la Sezione di Controllo della Corte dei Conti dichiarava l’irregolarità di ben 319 milioni di euro di residui attivi a causa del superamento della soglia del 2% costituita dall’errore massimo tollerabile. Appena pochi mesi addietro Musumeci decise di premiare i dirigenti responsabili dei dipartimenti con ben 7 milioni e mezzo di euro. Ad aggravare la storia, già tormentata, di questa sessione di bilancio si aggiunge la concreta impossibilità, contrariamente a quanto dichiarato dal Presidente Miccichè, di approvare la finanziaria in mancanza della parifica della Corte dei Conti del rendiconto precedente. Questo significa che non si potrà liberare l’avanzo necessario anche per la spesa per investimenti”.

“A saltare, o quantomeno a subire un ritardo – sottolinea il deputato – sarà anche il neo accordo Stato Regione ed in particolare il punto in cui questa avrebbe dovuto, tramite adeguati interventi legislativi ed amministrativi, ridurre la spesa corrente ai fini del ripiano del disavanzo. Nulla di nuovo sotto il sole. Dal 2016 ogni anno la Regione sottoscrive un accordo con il Governo per superare lo stato di grave sofferenza finanziaria del bilancio regionale e puntualmente ogni anno questa Regione non rispetta gli impegni assunti. Abbiamo a questo punto anche compreso perchè Musumeci continua a prendersela con i suoi dipendenti, è evidente che non è in grado di controllare i processi amministrativi guidandoli e al posto di prendersela con se stesso colpisce i suoi sottoposti. L’ennesima brutta pagina che peserà sulle tasche dei siciliani” – conclude Sunseri.

Un bilancio di previsione senza certezze sui precedenti

Dal governo Musumeci, intanto, assicurano che l’iter per l’approvazione della manovra 2021 andrà avanti in virtù dell’accordo con lo Stato sul disavanzo (1,7 mld spalmati in dieci anni), che vincola la Regione ad approvare i documenti contabili-finanziari entro il 28 febbraio. Dunque ci sarà un bilancio di previsione approvato (almeno nelle intenzioni del governo) in assenza di una parifica del bilancio 2019. Una cosa tecnicamente fattibile ma senza precedenti e che pone le basi per nuovi futuri aggiustamenti tanto al bilancio 2020 quanto al previsionale 2021. Di fatto tre anni di bilancio da cifre e saldi incerti

(Nella foto l’udienza di parifica di due anni fa)

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