La sanità Palermitana protesta per lo “smantellamento” del sistema sanitario ed è pronta una nuova mobilitazione. Ad annunciarla la “Rete degli ambulatori popolari” di Palermo che ha convocato una manifestazione, di carattere regionale. Appuntamento al prossimo 15 aprile per chiedere, fra le altre cose, il rilancio della sanità pubblica. Nei giorni scorsi si è tenuta una partecipata assemblea alla Fonderia Orotea alla Cala di Palermo. A partecipare circa duecento tra operatori sanitari, precari e cittadini.

“Voglia di scendere in piazza”

L’assemblea “ha palesato trasversalmente la voglia di scendere in piazza per manifestare”. Una protesta figlia della rabbia e della preoccupazione per la situazione di ospedali, pronto soccorso, ambulatori pubblici. Le liste d’attesa sono sempre più lunghe secondo gli addetti ai lavori. La pratica delle visite a pagamento in intra moenia suscita frustrazione in chi, altrimenti è costretto ad aspettare mesi, se non anni. “Il personale sanitario – si legge in una nota delle Rete degli ambulatori popolari – è sempre più in trincea, abbandonato a sé stesso. O addirittura espulso dal sistema, come per il caso dei precari Covid. E la politica sembra voler proseguire a percorrere questa strada verso il baratro della sanità pubblica”. Ad essere denunciato il continuo de finanziamento del settore: “In più, portando avanti progetti tragici come quello sull’autonomia regionale differenziata”.

Varie iniziative di protesta

Annunciate iniziative di protesta di varia natura nelle prossime settimane. Una, ad esempio, sarà la costituzione di sportelli per i diritti degli utenti contro le liste d’attesa. Ad essere invitati a partecipare la cittadinanza, le organizzazioni di terzo settore, quelle sindacali, comitati e collettivi, movimenti e associazioni. Momento clou della protesta è l’organizzazione di una grande marcia per la sanità pubblica a Palermo. L’appuntamento in piazza Verdi, sabato 15 aprile, alle ore 10 per manifestare fino alla prefettura. “Per portare nelle strade – si legge nella nota della Rete – la rabbia di chi non vuole più stare in silenzio di fronte alla morte della sanità pubblica”.

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