Torna al tribunale di Palermo, dove riprenderà a fare il giudice, il togato del Csm Paolo Criscuoli che si è dimesso il 18 settembre.

Lo ha deliberato il plenum del Csm, che ha anche preso atto della rinuncia a subentrargli del presidente del tribunale di Vasto Bruno Giangiacomo. Rinuncia che rende inevitabile la convocazione di nuove elezioni suppletive. Le consultazioni si dovrebbero tenere a dicembre. E la loro convocazione potrebbe arrivare a breve.

A ottobre si terranno invece le elezioni per sostituire altri due ex consiglieri della quota riservata ai pm. In tutto sono cinque i togati che si sono dimessi da Palazzo dei marescialli dopo il cosiddetto scandalo” delle nomine emerso dalle intercettazioni dell’ inchiesta di Perugia sul pm romano Luca Palamara.

Il caso Palamara ha coinvolto anche la Sicilia scontrandosi con l’indagine sull’ex Pm di Siracusa Longo e sul ruolo dell’avvocato Amara. L’accusa è di avere ricevuto 40 mila euro dagli avvocati Calafiore e Amara per favorire la nomina, non andata in porto, di Giancarlo Longo a procuratore di Gela.

Accusa respinta da Palamara interrogato a Perugia“Sono state riportate a seguito di un’attività di intercettazione – ha detto Palamara – frasi nelle quali evidentemente non mi riconosco e con cui volevo solo esprimere la mia delusione umana e professionale per quanto stava accadendo anche all’interno del mio Ufficio. Ora però deve venire prima di tutto l’interesse della magistratura. Nessuno, e tanto meno io, voglio permettermi di interferire su quelle che sono le scelte decisionali e autonome del Consiglio superiore della magistratura. E’ il momento di fare una seria pausa di riflessione e sono sicuro che riuscirò a chiarire totalmente tutti i fatti e le vicende. Mai e poi mai ho interferito e avrei potuto farlo – ha ribadito Palamara – sulla nomina del procuratore di Gela: per la semplice ragione che il Csm è un organo collegiale e in quegli anni nemmeno facevo parte della quinta Commissione, competente a decidere”.

 

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