Il tribunale del Riesame presieduto da Simona Di Maida ha revocato la misura cautelare in cercare di Francesco Mulè, 76 anni, detto “Zu Francu”, lo storico capomafia finito di nuovo agli arresti nell’ultima operazione dei carabinieri nei mandamenti di Palermo Centro.

Accolto il ricorso dei legali

I giudici hanno accolto il ricorso presentato dagli avvocati di Mulè Giovanni Castronovo e Marco Clementi. Colui che sarebbe stato indicato come il nuovo capo della famiglia di Palermo Centro dunque torna in libertà. Le motivazioni si conosceranno tra 45 giorni.

Le raccomandazioni al figlio

Nel corso delle indagini era emerso che lo storico capomafia voleva garantite l’impunità del figlio Massimo, “u’ nicu”, 50 anni. “Deve parlare con mio figlio? Deve parlare con me… a mio figlio lo deve lasciare… a me mi arrestano e mi mandano ai domiciliari…”, diceva l’anziano capomafia alla guida del mandamento di Porta Nuova, a Palermo, a chi voleva instaurare un rapporto diretto con “u’ nicu”. È un’intercettazione che svela le prudenze dei vecchi boss alle prese con il solito mondo di mafia che un po’, attorno, è però cambiato: le ondate di arresti e il pizzo che viene pagato a tappeto “persino dalle bancarelle” o da un ombrellone al Capo, a Ballarò, alla Kalsa e alla Vucciria; le nuove leve che scalpitano per entrare in Cosa nostra dove però “ci sono troppi fanghi” ma anche tanti da “recuperare” dopo le scarcerazioni; gli interventi per incassare contanti anche organizzando delle riffe di quartiere e destinarli alle famiglie dei detenuti ma anche uno sguardo agli affari di casa e l’invito al figlio a tenere per sé un po’ di soldi del racket: “Tu questi pigghia e li pigghi… L’hai capito, a papà?”, raccomandava Mulè al figlio.

I nove fermi dell’ultimo blitz antimafia

Uno spaccato di vita criminale portato a galla dall’ultimo blitz che ha provocato nove fermi: c’era il pericolo di fuga per l’ormai imminente verdetto in appello del processo «Cupola 2.0» dove Massimo Mulè è imputato. Ma le indagini in corso sugli affiliati svelano che c’è chi si stava preparando ad “espatriare” per sottrarsi ai nuovi ormai prossimi arresti temuti sia per le inchieste senza sosta che hanno portato a fermi anche quest’estate – dopo il delitto avvenuto alla Zisa di Giuseppe Incontrera – ma anche per una fuga di notizie i cui contorni restano ancora indefiniti.

I nomi dei fermati

In cella insieme a Francesco Mulè, detto “Zu Francu” ora scarcerato; il figlio Massimo; Gaetano Badalamenti, 53 anni, detto “U zio”, “Mangeskin, U romano”, “Roma”, “Ricotta”, “Capitale; Francesco Lo Nardo, 63 anni, detto “Sicarieddu” o “Sicarru”; Giuseppe Mangiaracina, 43 anni, detto “Pitbull”; Alessandro Cutrona, 38 anni, detto “Tettina”, “U Pacchiuni”; Calogero Leandro Naso, 28 anni, detto “Leo” o “U pugile”; Salvatore Gioeli, 56 anni, detto “Mussolini” o “Benzina” o “Pompa”; Antonio Lo Coco, 68 anni, detto “Peppuccio”. I reati a vario titolo vanno dall’associazione mafiosa, all’estorsione, al traffico e allo spaccio di stupefacenti.

Il passato di Mulè

Francesco Mulè, detto Zu Franco, era tornato libero nel 2018. Era all’ergastolo. Ha goduto di una legge, la Carotti, rimasta in vigore pochissimo tempo. Tanto quanto è bastato per venire scarcerato dopo 23 anni trascorsi in cella. L’anziano boss era stato condannato per mafia e ha alcune condanne all’ergastolo per tre omicidi.

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