Revocato l’arresto dell’imprenditore di Partinico Ottavio Lo Cricchio, tra gli 85 destinatari di una misura cautelare nell’ambito dell’ultima operazione antimafia dei carabinieri denominata “Gordio”. Il giudice per le indagini preliminari di Palermo, Lirio Conti, ha disposto l’immediata scarcerazione senza alcuna altra misura cautelare dopo aver valutato le dichiarazioni rese da Lo Cricchio nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Secondo il gip, vi sono “spiegazioni alternative alle condotte ritenute illecite”.

Per il gip esistono “spiegazioni alternative”

Inoltre non sarebbero stati ravvisati contatti tra l’imprenditore e Michele Vitale, 53 anni, se non in una sola occasione e che troverebbe per l’appunto “spiegazioni alternative” rispetto alle accuse formulate nei suoi confronti. Ad aver favorito la sua scarcerazione anche le dichiarazioni rese dagli altri indagati nel corso dei loro interrogatori di garanzia: “Gli indizi sussistenti a carico di Lo Cricchio – scrive il Gip nell’ordinanza – non possono più ritenersi qualificati dal requisito della gravità richiesto dall’articolo 273 del codice di procedura penale”. In buona sostanza per il Gip a suo carico non vi sono “gravi indizi di colpevolezza”.

Lo Cricchio era ritenuto un fedele di Michele Vitale

Resta comunque sottoposto ad indagini in attesa di ulteriori riscontri ma intanto l’imprenditore ritrova la via della libertà. Lo Cricchio era stato arrestato perché ritenuto dalla procura appartenente ad uno dei gruppi criminali che operavano su Partinico invischiati in interessi criminali per la coltivazione, commercializzazione, cessione, vendita e detenzione di sostanza stupefacente, sia marijuana che cocaina.

A capo di questo gruppo, uno dei 5 per cui è stata accertata l’operatività a Partinico, vi sarebbe stato Michele Vitale ritenuto “promotore del sodalizio criminale, organizzatore degli incontri con fornitori e acquirenti, datore di direttive per l’approvvigionamento di sostanza stupefacente, per la pianificazione delle riunioni con il resto della rete criminale finalizzati anche alla produzione, allo stoccaggio, alla gestione e alla distribuzione della sostanza stupefacente nonché per impartire periodicamente disposizioni operative”.

Per la procura individuava i terreni dove coltivare la marijuana

Nello specifico Ottavio Lo Cricchio, sempre secondo l’originaria accusa mossa nei suoi confronti, avrebbe fatto parte dell’associazione occupandosi di prendere contatti, fissare appuntamenti, secondo le direttive impartite da Vitale, con terzi proprietari di terreni da destinare alla coltivazione di cannabis.

 

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