Dopo il tour post trionfo elezioni, da Roma ad Arcore con l’abbraccio di Silvio Berlusconi, Renato Schifani è tornato a Palermo per iniziare, da domani, le consultazioni per quello che sarà il suo, di Governo. Quello che dovrà guidare la Sicilia in un momento difficilissimo. la mappa delle richieste e dei desiderata è descritta questa mattina dal giornale La Sicilia.

La partita di Schifani

Non sarà facile, gli alleati (e chi può rivendicare) sono tanti e tutti vogliono qualcosa. Il giro di “consultazioni” con i partiti del centrodestra, inizierà domani. Per primo, Forza Italia, con un incontro a cui prenderà parte, oltre ai 12 eletti all’Ars (al netto dello stesso governatore),  la delegazione di assessori e deputati uscenti.

Il presidente avrà, potrebbe avere, circa un mese di tempi, anche perchè per le nuove regole l’Ars non potrà insediarsi fino a inizio novembre. Schifani, però, non vuole arrivare a prendersi tutto il tempo e logorarsi, vuole fare tutto prima. E per bene.

La questione matematica

La politica come il calcio, ha dei moduli. E giocano, oltre Lega, Fdi e Forza Italia, anche la Dc di Cuffaro e gli Autonomisti di Lombardo, che hanno 5 seggi a testa (minimo). E potrebbero dar fastidio.  Il 4-4-2-1-1 inizialmente ipotizzato (con 4 assessori a testa per FdI e Forza Italia, 2 alla Lega e uno a testa per le due forze non nazionali, a rischio di quorum) è già stravolto dal risultato delle urne.

Adesso il modulo in voga è il 3-3-2-2-2. Raffaele Lombardo e Totò Cuffaro avrebbero la doppia poltrona, così come la Lega (pronta a esprimere anche il vicepresidente della Regione), con i due partiti più grandi ritenuti “compensati” dalle due cariche più importanti: il governatore forzista e il presidente dell’Ars ai meloniani.

La presidenza dell’Ars

La presidenza dell’Ars, con il derby fra il palermitano Alessandro Aricò e l’etneo Gaetano Galvagno, con quest’ultimo favorito dalla prassi che escluderebbe la coincidenza delle due massime cariche regionali nella stessa città. Il terzo incomodo è il ragusano Giorgio Assenza. Per Aricò comunque sembra certo almeno un assessorato pesante.

La questione Razza

Così come dovrebbe esserci posto per Ruggero Razza: magari non alla Sanità, e magari non lui in persona, dove magari prenderebbe il suo posto la moglie Elena Pagana, non eletta all’Ars. Questo frutto, pare, di un accordo tra Schifani e Musumeci.

Forza Italia

Per Forza Italia un nome sicuro dovrebbe essere Michele Mancuso. Un altro posto va all’area degli ex Sicilia Futura di “Mr. Preferenze” Edy Tamajo. Che contenderebbe il posto a Marco Falcone, fino a qualche giorno fa sicuro della riconferma ai Trasporti, ma ora Tamajo vorrebbe quel posto per sì, e non la vicepresidenza dell’Ars. Vedremo.

Per la Salute, Miccichè punta tutto su Daniela Faraoni, gradita anche a parte della Lega. Ma sulla manager del’Asp di Palermo sarebbero arrivati segnali di freddezza dal governatore.  Schifani però pensa a Toti Amato, presidente dell’Ordine dei medici di Palermo, o a  Francesco Cascio, primo dei non eletti a Palermo. Un posto, sempre in Fi, dovrebbe esserci per Stefania Prestigiacomo, rimasta fuori dal Senato.

Capitolo Lega

La Lega chiede «almeno» due poltrone in giunta, una delle quali con i galloni di vice-Schifani. Il nome più caldo è quello di Luca Sammartino. Nino Minardo chiede l’agricoltura per il suo territorio, per Ragusa, e ci potrebbe essere (nomen omen) Orazio Ragusa, altro deputato rimasto fuori dall’Ars.

Cuffaro e Lombardo

Cuffaro potrebbe volere un posto per neo-deputata palermitana Nunzia Albano. In lizza anche Ignazio Abbate, ex sindaco di Modica, caterpillar elettorale nel Ragusano. L’ex presidente della Regione punta, anche lui, all’Agricoltura, ma si vedrà.

Lombardo potrebbe puntare sul figlio d’arte messinese Luigi Genovese, decisivo per il raggiungimento  del 5% regionale mentre l’anima catanese del  movimento pensa invece all’ex deputato non rieletto Pippo Compagnone.  Nomi tanti, tantissimi. Per Schifani, insomma, non un lavoro facilissimo.

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