Operazione di contrasto alle scommesse illegali e al lavoro nero, scattano sequestri in un internet point, multe e chiusure in due panifici. E’ il bilancio dei controlli amministrativi della polizia di Stato al Villaggio Santa Rosalia e a Boccadifalco a Palermo.
Gli internet point
Al Villaggio gli agenti del commissariato Porta Nuova con i funzionari dei monopoli di Stato hanno trovato un internet point dove c’erano 4 postazioni pc, dalle quali si poteva accedere in modo illegale a siti esteri per il gioco online. Al gestore dell’esercizio commerciale è stata elevata una sanzione amministrativa di 40.000 euro ed il sequestro amministrativo dei quattro pc.
I panifici
Nei due panifici a Boccadifalco sono stati trovati due dipendenti in nero. Nel primo esercizio commerciale sono scattate sanzioni per quasi 100 mila euro, nel secondo caso una sanzione di 40 mila euro circa e la sospensione dell’attività.
Le operazioni recenti per il gioco on line
Nei giorni scorsi i funzionari dell’Agenzia, dogane e monopoli di Palermo hanno inflitto sanzioni per 225 mila euro al titolare di una agenzia di scommesse della provincia di Palermo e al concessionario. Sulla base di un’attività di intelligence avviata dalla direzione giochi di Adm, hanno effettuato un accertamento presso una sala slot dell’entroterra palermitano nella quale il gestore, benché autorizzato alla promozione dei giochi pubblici a distanza, mediante un concessionario regolarmente accreditato, e all’effettuazione delle ricariche dei conti degli scommettitori, raccoglieva abusivamente le scommesse senza le relative autorizzazioni rilasciate da questura e Adm.
Il lavoro nero
Sul fronte del lavoro nero c’è stata una recente indagine allargata contro i furbetti del reddito di cittadinanza nella provincia palermitana. Sono state 24 le persone denunciate in questa operazione della guardia di finanza di Partinico. In tutti i casi avevano omesso di fare delle dichiarazioni e questo gli aveva permesso di ottenere il sussidio. Si parla di indebite erogazioni per circa 160 mila euro. In alcuni casi c’era anche chi era impiegato in nero e incassava l’assegno.
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