“Mi rifiuto di esprimere valutazioni sulla Corte dei Conti”. L’affermazione ripetuta due volte in una intervista al quotidiano La Sicilia è del Presidente della Regione Nello Musumeci. Un Musumeci che parla di una Sicilia che adesso spende le risorse pubbliche, che comincia a raccogliere i frutti del lavoro fatto, che snocciola dati e risultati. Un Musumeci che racconta come non regga più “la favoletta della Sicilia che non è capace di spendere le risorse europee e le restituisce, di una regione inefficiente”.
Ma una intervista che non è piaciuta al Presidente della Corte dei Conti Luciana Savagnone. Non certo per i risultati raccontati o per le valutazioni politiche. Proprio la Corte dei Conti è al centro delle domande poste a Musumeci e delle sue risposte. E non poteva essere diversa la situazione visto che nei giorni scorsi in più di una occasione proprio la Corte dei Conti ha bocciato la Regione da ultimo nella relazione fatta davanti la Commissione bilancio dell’Ars.
C’è la perdurante incertezza che anima l’operato dei burocrati chiamati a vivere sotto l’incubo Corte dei Conti, Procura, magistratura amministrativa – dice Musumeci – e scatta inesorabile quell’ “io tengo famiglia””.
Ma Musumeci alla fine si esprime quando gli viene chiesto dei conti della Regione che secondo la Corte non tornano. “Ho grande rispetto per tutta la magistratura ordinaria, amministrativa e contabile. E sono convito che chi amministra debba essere al di sopra di ogni sospetto. Ma credo debba esserlo anche il magistrato che esamina l’operato dell’amministratore. Ho saputo, ad esempio, che uno dei relatori del mio operato è un magistrato laico, ex assessore di una giunta di centrosinistra del Comune di Palermo”
Il riferimento è probabilmente a Luciano Abbonato, ex assessore di Orlando ed oggi magistrato della Corte dei Conti, “Credo che in termini di opportunità qualche problema ci sia” dice Musumeci.
La risposta dal Presidente della Corte dei Conti arriva con una nota stampa dai toni inconsueti. “Ho letto con stupore e indignazione le dichiarazioni rese dal Presidente Musumeci” scrive Savagnone che parla, riferendosi alle parole del governatore, di “considerazioni che insinuano dubbi sulla correttezza dell’operato di un consigliere della Sezione regionale di controllo”.
“Tengo, anzitutto, a precisare che le illazioni e le infamanti affermazioni, se pur dirette al collega, sono di fatto rivolte all’intera Sezione di controllo che mi onoro di presiedere – scrive ancora la Presidente – visto che il contenuto di ogni deliberazione viene discusso ed approvato in Camera di consiglio ed il successivo elaborato scritto porta la firma di ciascun magistrato relatore/istruttore e, naturalmente, la mia, quale Presidente della Sezione”.
“Volendo scendere nel dettaglio della deliberazione contestata, è bene precisare che trattasi di un parere, chiesto espressamente dalla Commissione Bilancio dell’ARS, sul DEFR, documento contabile che, come noto, non è direttamente sottoposto al controllo se non su richiesta dell’amministrazione – ricorda ancora -. La Sezione di controllo, dopo un esame approfondito sul suo contenuto, ha svolto una attività istruttoria documentale e convocato, altresì, i Dirigenti generali della Regione in adunanza, alla quale anche l’Assessore al bilancio era invitato a partecipare. A seguito della Camera di consiglio, è stata elaborata una relazione, approvata con la deliberazione n. 10/2020/AUD, discussa presso l’Assemblea regionale dinanzi alla Commissione bilancio, a parecchi rappresentanti del Governo ed ai vertici dell’Amministrazione”.
“In tutte le fasi del procedimento, il contraddittorio tra magistrati contabili ed amministrazione regionale è stato pieno e proficuo, come dichiarato da tutti coloro che vi hanno partecipato. L’insofferenza del Presidente Musumeci in merito alle definitive conclusioni adottate dalla Sezione del controllo su alcune delle problematiche affrontate, non tiene, quindi, in debito conto che gli era stata offerta ogni possibilità di esprimere le sue valutazioni sul contenuto del documento contabile in esame. Invero, – conclude Savagnone – nessuna smentita o rettifica sul merito delle osservazioni è stata udita, ma soltanto uno sgradevole tentativo di delegittimazione di un collegio e di un magistrato che con la massima onestà intellettuale, ha svolto e svolge con onore le sue funzioni”.
Ma Musumeci tende a spegnere la polemica e ribadisce: “Dal tenore della nota della presidente Savagnone comprendo che ella è insorta in uno sgradevole equivoco. Nel dire che non intendo esprimere apprezzamenti sulla Corte, appariva chiaro che intendevo ribadire un concetto che mi è molto caro: le magistrature e le loro decisioni non si giudicano, ma si rispettano. Quanto al resto, penso sia mio diritto sostenere, come ho sostenuto, che esistono profili di opportunità indiscutibili di cui tutti, come la politica, dovrebbero tenere conto. In questo senso, mi stupisce molto che si sia voluta intendere la mia dichiarazione come un attacco alla Corte. Nessuno ha bisogno di insegnarmi che le Istituzioni pubbliche si rispettano. E si rispettano tutte, anche quelle espresse dal voto popolare”.
(Nella foto il Presidente della Regione all’udienza di parifica del bilancio 2018 davanti la Corte dei Conti)
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