Addio alla sovrintendenze dei Beni culturali. un articolo della Finanziaria, il 14, cancella la legge che ha istituito le strutture di tutela dei beni Culturali nell’isola. E subito scoppia il putiferio sulla Finanziaria. ma in realtà è solo un errore materiale, un refuso.

Sarebbe bastato leggere l’articolo per intero per rendersi conto che la disposizione che andava a sostituire le presunte sovrintendenza abrogate non creava una Sovrintendenza o una dipartimento unico ma parla di ufficio del catalpogo regionale.

così dalla regione fanno notare che i è trascritto il numero delle legge sbagliata nella norma di abrogazione e l’errore materiale sarà corretto già con l’invio di una nota in Commissione. L’articolo 14 della Finanzaria, infatti, non vuole abrogare le Sovrintendenze ma accorpare fra loro gli uffici regionali del catalogo e il centro per il restauro in un’unica struttura intermedia del dipartimento regionale dei beni Culturali.

Insomma una norma di risparmio e razionalizzazione che rischiava di diventare un disastro nelal tutela dei beni culturali.

Ma le spiegazioni non sono bastate e già il sollevamento delle opposizioni, e non soltanto, è in corso. Durerà giusto il tempo della scrittura e trasmissione della nota di rettifica.

Poco dopo le 18 la rattifica arriva agli uffici e perfino alla stampa che si era un po’ persa per strada nell’interpretazione dell’accaduto “Non c’è alcun motivo per agitarsi. Non è prevista alcuna abolizione delle Sovrintendenze. La Legge Finanziaria contiene un errore materiale, e cioè la presunta abrogazione di alcuni articoli della legge 80/77 – precisa Sergio Gelardi, Capo di Gabinetto dell’assessore regionale dei beni culturali Vittorio Sgarbi, replicando così alle preoccupazioni espresse da alcune forze politiche – si tratta di un mero errore materiale, ovvero di un refuso che gli uffici stanno già correggendo. Se si legge, infatti, la relazione illustrativa, si comprende che l’oggetto dell’intervento non sono le Sovrintendenze, ma i Centri regionali per il Restauro e il Catalogo che, nella prospettiva del contenimento della spesa pubblica, pensiamo di unificare, semplificandone la gestione: da qui la necessità di abrogare le norme che disciplinano i due Centri. Le norme da abrogare sono dunque quelle della Legge 116/80 (che della prima, la 80/77, costituisce il complemento; il che giustifica in qualche modo il deprecabile errore) e queste vanno correttamente riportate nella Finanziaria. Ci scusiamo dell’errore. Chiaramente l’assessore Sgarbi non ha mai lontanamente pensato di voler abolire le Sovrintendenze; anzi, le sue direttive vanno nella direzione opposta”

 

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