Beni Culturali, si cambia. La giunta regionale di governo ha approvato tre diverse proposte dell’assessore Sebastiano Tusa destinate a cambiare il modo di gstire i beni cultutrali ad iniziare da una legge organiza sui parchi archeologici di Sicilia.
Dopo il via libera alla rete ospedaliera la fruttuosa seduta tenuta fra venerdì è sabato la giunta ha fatto diverse altre scelte importanti oltre ad alcuni specifici stanziamenti mirati
Le norme approvate non si limitano alle proposte di legge ma si comincia già dall’istituzione, entro agosto, del nuovo parco archeologico di Segesta e dalla modifica del pletorico Consiglio dei Beni Culturali che va in pensione sostituito da una struttura più snella.
Ma andiamo per ordine e vediamo cosa ha approvato la giunta
Attuazione della legge per i parchi archeologici in Sicilia
“Nei 18 anni trascorsi dall’approvazione della Legge che ha previsto i Parchi archeologici in Sicilia, ne sono stati istituiti solo tre: Agrigento, Naxos e Selinunte. Tre Parchi in 18 anni è uno dei paradossi della nostra Regione che non ha attuato una buona legge che molti ci invidiano. Ho accettato l’incarico di Assessore dei Beni Culturali – dice l’assessore Tusa – da parte del Presidente Musumeci soprattutto per vincere insieme a lui questa sfida: la Sicilia deve avere tutti e 20 i Parchi previsti, ai quali intendo aggiungere quello di Pantelleria, per il quale sto preparando una iniziativa legislativa”.
Tusa mette fra le priorità di Governo l’istituzione dei Parchi archeologici, modello virtuoso per la fruizione dei Beni culturali nella nostra Isola, strutture dotate di autonomia scientifica e di ricerca, organizzativa, amministrativa e finanziaria. I numeri ottenuti fino ad oggi confermano la validità del modello: una gestione snella e autonoma che rappresenta una formula moderna di fruizione e tutela con una costante crescita sia in termini di qualità dei servizi che di richiamo turistico di un vasto territorio.
“Stiamo già lavorando a tappe forzate e presto si vedranno i risultati – conclude Tusa -. Prima di ferragosto firmerò i provvedimenti per la nascita del Parco di Segesta, il primo del nuovo corso del mio Assessorato e del governo Musumeci”.
Modifica del Consiglio dei Beni Culturali
Con la Legge 80 del 1977 veniva istituito il Consiglio regionale dei Beni culturali che in questi anni, strutturato in maniera complessa e fortemente pletorica, ha fatto si che le attività collegate al suo parere fossero rallentate e talvolta collocate in un processo di stasi. La giunta ha apprezzato una scelta di modifica del Consiglio regionale dei Beni culturali che diventa un innovativo strumento, fondamentale per quel processo di efficacia dell’azione amministrativa, elemento pregnante del nuovo modello organizzativo della Pubblica Amministrazione.
“Il vecchio consiglio regionale dei Beni culturali della Regione Siciliana – afferma l’Assessore Tusa – era una sorta di piccolo parlamento formato da 58 componenti, molti dei quali non espressione di istanze culturali, bensì politiche. Con la mini riforma attuata durante il governo Crocetta era stato ridotto numericamente, ma paradossalmente aveva ampliato la presenza politica limitando al minimo quella tecnico-culturale. Adesso lo abbiamo ridotto numericamente dandogli una composizione esclusivamente culturale rafforzando la sua funzione principale di organo consultivo”.
Il nuovo modello di Consiglio regionale prevede un massimo di 10 componenti, eminenti personalità del mondo della cultura, che assumono l’incarico a titolo gratuito. Vengono scelti nel rispetto del principio di equilibrio negli ambiti professionali tra biblioteconomi, archeologi, naturalisti, storici dell’arte, etnoantropologi, paesaggisti, storici dell’architettura, esperti in management dei beni culturali e di beni ecclesiastici. A questi si aggiungono il Dirigente Generale e i Dirigenti delle strutture dei Beni culturali competenti per territorio. Organo consultivo a carattere tecnico scientifico dell’Assessorato regionale dei beni culturali, il Consiglio esprime pareri sui programmi regionali per i beni culturali e paesaggistici, sugli accordi extraregionali in materia di beni culturali, sui piani strategici di sviluppo e valorizzazione, sugli atti normativi riguardanti i beni culturali, su questioni di particolare rilievo in materia di beni culturali e paesaggistici.
La Regione comprerà il Castello di Schisò
La Regione acquisterà il castello di Schisò venduto all’asta nel dicembre scorso ed aggiudicato al gruppo Chincherini pder un milione e 615mila euro.
“Sono particolarmente felice che la Giunta di Governo abbia approvato l’idea di acquisire il castello di Schisò dandomi la possibilità di intraprendere le relative trattative. Sin dalla costituzione del parco archeologico di Naxos, la più antica colonia greca di Sicilia, si era pensato che il pregevole edificio fosse la sede ideale per la realizzazione del museo ove esporre gli eccezionali reperti provenienti dagli scavi, oggi allocati in un piccolo edificio all’ingresso del parco stesso. Mi auguro che presto si possa addivenire all’acquisto per dare degna sede ad uno dei complessi archeologici più esemplificativi della più antica colonizzazione greca della Sicilia”.
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