Ennesima condanna di una banca per aver applicato interessi usurai ad un proprio cliente. La vicenda emerge nel Palermitano, esattamente a Partinico. A vincere la sua battaglia un imprenditore artigiano che si vede risarcire di circa 30 mila euro. Ha vinto il suo braccio di ferro con l’istituto di credito che lo pressava da tempo per aver restituite delle somme. Ora però si ribalta tutto, come evidenzia il Giornale di Sicilia. Adesso è l’artigiano il creditore perché la banca deve restituirgli i soldi.

La ricostruzione in giudizio

Secondo quanto emerso nel corso del dibattimento in tribunale, la banca avrebbe applicato interessi a tassi usurai nel garantire un prestito all’imprenditore Partinicese. Sulla base della ricostruzione tecnica, affidata da un consulente nominato dal tribunale, sarebbero stati applicati tassi e condizioni usuraie ed ultralegali per oltre 30 mila euro. Il giudice ha azzerato i suoi debiti, pari a 15 mila euro, e condannato l’istituto di credito a versare 18 mila euro all’imprenditore per costi maggiorati corrisposti nel tempo. A difendere le ragioni dell’artigiano l’avvocato Andrea Pace dello Sportello Tutela Credito.

Il caso dell’imprenditore edile

Sono numerosi i casi del genere che sono emersi negli ultimi anni e che hanno visto soccombere le banche. Era toccato anche ad un imprenditore edile palermitano che non poteva più lavorare per la crisi economica, afflitto dalla mancanza cronica di liquidità. Era continuamente pressato ed importunato dalle società di recupero crediti ed ha ottenuto giustizia. Il tribunale di Palermo, infatti, ha azzerato tutti i suoi debiti per oltre 120 mila euro con la banca creditrice che a sua volta è stata condannata anche a restituire 110 mila euro. Oltre al pagamento delle spese legali pari a 15 mila euro. Nei contri correnti erano stati riscontrati tassi e condizioni usuraie ed ultralegali per circa 230 mila euro.

La maxi restituzione nel Messinese

Un’altra vicenda con numeri ancora più importanti è accaduta nel Messinese. Qui il giudice della seconda sezione del tribunale di Messina ha condannato la Banca Nazionale del Lavoro a restituire ad un imprenditore edile messinese 450 mila euro. Anche in questo caso l’istituto di credito avrebbe applicato tassi al limite dell’usura, addebitato somme non dovute, a titolo di interessi, commissione di massimo scoperto, diritti per concessione affidamenti e spese.

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