La Polizia di Stato ha sequestrato beni per 400 mila euro a Alessandro Bronte, 31 anni. I sigilli sono scattati a due appartamenti ed un’autovettura.

Il provvedimento è stato disposto dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo presieduta da Giacomo Montalbano, a latere Luigi Petrucci e Giovanni Francolini, che ha accolto la proposta avanzata dal Questore di Palermo.

Alessandro Bronte ha commesso reati contro il patrimonio, contro la persona, in materia di armi e di stupefacenti. Nel dicembre 2015, è stato arrestato insieme ad altri soggetti, nell’ambito dell’operazione di Polizia “Panta Rei”, in quanto ritenuto contiguo alla famiglia mafiosa di Palermo Centro, per la quale gestiva la rete di vendita, il procacciamento della clientela e l’importazione della droga dalla Campania.

Lo scorso 22 febbraio, è stato destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Palermo in quanto indagato, insieme ad altri 16 soggetti, per il reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti nel corso dell’operazione “Back Again” nel 2016 dalla Sezione Antidroga della Squadra Mobile di Palermo.

Nel corso delle indagini era emerso come Alessandro Bronte, nonostante fosse sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale della pubblica sicurezza, rivestisse un ruolo di primissimo piano in seno alla consorteria criminale, gestendo un ingente traffico di sostanze stupefacenti, il cui approvvigionamento avveniva attraverso il canale campano, per quanto attiene alla cocaina e all’hashish, e quello albanese per la marijuana; i quantitativi di droga erano poi destinati allo smercio sulla piazza palermitana attraverso una fitta rete di pusher.

Dall’attività investigativa erano emersi i fitti rapporti intrattenuti con i fornitori campani da Bronte e altri componenti dell’organizzazione, con viaggi effettuati a Napoli per trattare direttamente gli affari.

Sono state, altresì, documentate le modalità di trasporto e di consegna di quantitativi molto consistenti di droga, nel contempo rivelando l’ingente disponibilità di denaro dell’organizzazione palermitana.

L’indagine patrimoniale, scaturita subito dopo l’operazione di polizia, è stata condotta dagli investigatori della Sezione Patrimoniale dell’Ufficio Misure di Prevenzione della Questura di Palermo ed ha permesso di individuare e successivamente sequestrare beni per un valore stimato di circa 400 mila euro.

Gli accertamenti patrimoniali hanno dimostrato, infatti, come Alessandro Bronte ed i suoi familiari non disponessero di entrate lecite ed idonee per l’acquisto dei beni oggi raggiunti dal provvedimento di sequestro.

L’assenza pressoché assoluta di mezzi economici, dichiarata dal suo nucleo familiare, rendeva privi di giustificazione l’acquisizione di tali beni.