Sequestro beni da un milione di euro nei confronti degli eredi di Mario Rosolino Cascio, morto nel 2015 all’età di 62 anni ritenuto il “reggente” della famiglia di Valledolmo. Il provvedimento eseguito dai finanzieri del comando provinciale di Palermo è stato emesso dalla sezione misure di prevenzione, del tribunale di Palermo.
Cascio è stato indagato nell’ambito dell’operazione Black Cat per il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso e per ulteriori fattispecie di reato legate alla detenzione e porto illegale di armi, condotte aggravate dal fine di agevolare l’attività delle associazioni di tipo mafioso.
Le indagini, condotte di carabinieri della compagnia di Termini Imerese, portavano nel 2016 all’arresto di 33 soggetti riconducibili ai mandamenti di Trabia e San Mauro Castelverde. Cascio è morto nel 2015 prima dell’esecuzione dei provvedimenti cautelari, ma secondo le indagini dei militari, aveva diretto la famiglia mafiosa di Valledolmo, con estorsioni, atti intimidatori e danneggiamenti, e punto di riferimento per la ricerca di armi utili all’organizzazione.
La procura ha delegato gli accertamenti patrimoniali agli uomini del Gico del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, che hanno evidenziato una significativa sproporzione tra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati nel tempo. Il tribunale ha disposto il sequestro di due immobili, due aziende, un minimarket e una rivendita di pietre e marmi tutti a Valledolmo, e disponibilità finanziarie per un valore complessivo pari a oltre un milione di euro. Il provvedimento di sequestro è stato dunque emesso nei confronti della moglie e dei figli di Cascio.
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