Si è insediato questa mattina il nuovo procuratore generale di Palermo Lia Sava, proveniente da Caltanissetta, che si è occupata prima come procuratore aggiunto e poi come Pg di numerose e delicate inchieste, comprese quelle sulle stragi mafiose del ‘92 che costarono la vita a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Un insediamento che avviene proprio alla vigilia dell’anniversario dei trent’anni da quegli attentati che segnarono il punto più alto dell’attacco di Cosa Nostra allo Stato.

La nomina a marzo

Il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha nominato il 24 marzo scorso Lia Sava procuratore generale di Palermo. E’ la prima donna a ricoprire questo incarico. Attualmente pg a Caltanissetta, è stata sostituto procuratore a Brindisi e poi a Palermo, e procuratore aggiunto a Caltanissetta.  Succede a Roberto Scarpinato, andato in pensione a settant’anni nel gennaio scorso.

Pm dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia

Cinquantotto anni, Lia Sava è stata nominata con voto unanime del Csm. Ha svolto tutta la carriera tra la Puglia di cui è originaria, e Palermo, dove ha lavorato nella Dda sin dai tempi del procuratore Gian Carlo Caselli. Ha condotto delicate inchieste su Cosa Nostra ed è stata tra i pm dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. E’ stata lei a rappresentare l’accusa nel processo d’appello denominato ‘Borsellino quater’ e nel processo ‘Capaci bis’, terminati con la conferma delle condanne di primo grado.

Esperienza professionale segnata dalle stragi

“Il filo rosso della mia esperienza professionale è segnato dalle stragi” afferma la Sava in un’intervista al Giornale di Sicilia oggi in edicola in cui traccia un bilancio dei suoi 10 anni a Caltanissetta. “Se non ci fossero state le stragi – spiega – sarei rimasta a Roma a fare il giudice civile, ci stavo bene. Invece ho sentito il boato delle stragi pure dentro di me. Non si poteva rimanere inerti”.

Sentenze definitive sono un punto

“Non smetteremo di cercare la verità sulle stragi fino in fondo, fino alla fine”, dice ancora il magistrato. La stessa frase pronunciata durante la requisitoria del processo d’appello sulla strage di Capaci. “Riuscire ad annodare tutti i fili – spiega il procuratore – è un’operazione complessa siamo arrivati ad un punto che sono le sentenze definitive. Di fronte ai tasselli che mancano, noi abbiamo ancora da assolvere a quell’obbligo morale che abbiamo assunto, nel momento in cui abbiamo detto che la ricerca della verità va completata. Le indagini continuano. In sinergia tra la procura di Caltanissetta, Firenze, la procura di Reggio Calabria, la procura di Palermo e la direzione nazionale antimafia. Sono anche relativamente ottimista il tempo da un lato toglie delle cose ma dall’altro ci dà delle prospettive in più”.

“Grande esperienza”

“Rivolgo i miei auguri di buon lavoro al nuovo Procuratore generale di Palermo Lia Sava – ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando -. La sua grande esperienza, maturata in anni d’inchieste delicatissime mirate a scoprire i rapporti perversi tra potere mafioso e politico, rappresenta un nuovo importante stimolo per continuare a cercare, fino in fondo, la verità sulle stragi che hanno segnato la storia della Sicilia e dell’intero Paese.

Articoli correlati