Temperature alte, invasi a secco e cinque mesi con precipitazioni scarsissime. Ma anche la rete di distribuzione obsoleta che fa disperdere parecchia acqua preziosa che di contro fa alzare i prezzi e mette ancora di più in ginocchio l’agricoltura. Torna in Sicilia l’incubo siccità e la Regione corre ai ripari avviando il piano di razionalizzazione dell’acqua ad uso potabile in 160 Comuni su 391 dell’Isola.
Quattro le province interessate
Sono quattro le province interessate dal provvedimento. Agrigento, Caltanissetta, Palermo e Trapani. Le ultime piogge non hanno riempito gli invasi, non solo per la quantità insufficiente di precipitazioni ma anche per le alte temperature che hanno causato l’evaporazione dell’acqua.
Non è bastata la pressione nell’erogazione
Già da qualche settimana era stata introdotta la pressione nell’erogazione dell’acqua dai rubinetti delle abitazioni, adesso parte un vero e proprio piano di razionamento.
Drammatici i dati sugli invasi
I dati degli invasi dell’isola sono drammatici ed hanno imposto questo provvedimento. Le due dighe maggiori, il lago di Lentini, nel Siracusano, e l’Ogliatro tra la provincia di Enna e quella di Catania, entrambe con una capienza di 100 milioni di metri cubi d’acqua, hanno registrato rispettivamente 49 e 22 milioni di metri cubi d’acqua nelle rivelazioni di inizio anno.
Situazione difficile anche nella diga Rosamarina di Caccamo. La capienza complessiva dell’invaso è di 73 milioni di metri cubi d’acqua ma l’asticella a febbraio si è fermata ad appena 12 milioni.
Va un po’ meglio sul fronte occidentale del Palermitano. O forse è meglio affermare che va meno peggio: il lago Poma, la cui capienza è la stessa della Rosamarina, segna quota 22 milioni.
La Regione imita la Spagna
Un quadro talmente allarmante da aver portato la Regione a correre ai ripari, sulla scorta di quanto avviene già a Barcellona, in Spagna, dove l’acqua viene erogata a giorni alterne e nelle palestre è imposto il tempo massimo di due minuti dell’utilizzo delle docce. Adesso scatta il piano anche nell’isola, dove i risultati degli studi elaborati dall’autorità di bacino hanno imposto al governo di dichiarare, a metà febbraio, lo stato di calamità naturale da siccità severa su tutto il territorio regionale.
Nel 2023 il 22% in meno di precipitazioni rispetto alla media degli ultimi 20 anni
Dati alla mano, la percentuale media regionale nel 2023 è stata di 588 millimetri, circa il 22% in meno rispetto alla norma degli ultimi venti anni tra il 2003 ed il 2022. Ma l’altro elemento è dato dalla disomogeneità: “La distribuzione saziale e temporale delle piogge – si legge in uno studio prodotto dal servizio informativo agrometeorologico della Regione – è stata tuttavia anomala e tale da evidenziare una grave siccità a breve termine a fine anno”.
Tante anomalie nel 2023
Gli affetti dei cambiamenti climatici sono visibili attraverso le anomalie registrate nel 2023.
In primis la tempesta subtropicale Helios, che è stata tra le più rilevanti della storia metereologica della Sicilia per il sud-est e parte del Calatino.
In tal senso si segnala la stazione di Scicli nel Ragusano nei due soli giorni 9 e 10 febbraio ha registrato 228,8 millimetri totali, il 54% delle precipitazioni totali dell’intero anno.
Senza contare la progressiva tropicalizzazione del clima: La stazione di Aidone ha registrato nel mese di maggio il 42% delle piogge all’interno del 2023 in un mese in cui mediamente si registra solo il 3% delle piogge annuali.
Agricoltura in ginocchio, costi dell’acqua esorbitanti
Con tutte le conseguenze del caso. L’agricoltura è in ginocchio mentre i costi del servizio idrico schizzano alle stelle, soprattutto nelle aree interne. A Polizzi Generosa, sulle Madonie, ad esempio, la stessa autobotte comunale che trasportava l’acqua fino alle campagne di Tremonzelli lo scorso anno costava al cittadino circa 30 euro per 600 litri d’acqua. Quest’anno la stessa quantità costerà invece 70 euro.
Amenta, “Aumento costi è legato a rincari energia e siccità”
“Purtroppo l’aumento dei costi – spiega il presidente dell’Anci Sicilia Paolo Amenta – è legato ai rincari sul fronte dell’energia ma anche sulla siccità in un quadro generale che è preoccupante”.
Opinione condivisa anche dal dipartimento economia del Pd Sicilia che ha presentato uno studio condotto da Franco Piro sul Piano Regionale di tutela delle acque predisposto dall’autorità di bacino.
Piro, “Metà dell’acqua dispersa da reti obsolete”
Per la struttura dem, è una sostanziale bocciatura: “La distribuzione – scrive Piro nella relaziona – paga il prezzo della metà dell’acqua che viene dispersa da reti obsolete. Ed è insufficiente anche l’azione di sostegno agli agricoltori per la transizione verso metodi di produzioni più sostenibili e meno inquinanti”.
Di contro, a causa della pioggia di mercoledì (allerta arancione in tutta l’isola), l’acqua della diga Delia, nel Trapanese, è stata butta a mare. Adesso la Regione corre ai ripari. E per i cittadini oltre un terzo dei Comuni inizia l’incubo del razionamento.
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