Non può esserci sviluppo senza via di comunicazione moderne ed efficienti ma nemmeno senza un funzionale sistema di interconnessione tra porti, aeroporti e ferrovie. Qual è il ruolo che la Sicilia potrebbe rivestire nell’ottica dei cambiamenti che stanno per avviarsi nel Mediterraneo senza adeguati investimenti e senza un unico grande “cervellone” che metta in comunicazione i poli logistici siciliani? Come può l’Isola diventare un hub mediterraneo che rivesta un ruolo centrale negli scambi commerciali e nel trasporto?

Sono domande alle quali cercheranno di dare una risposta decine di esperti che si concentreranno a Palermo in una due giorni densa di idee e progetti per un Sud che deve ripartire proprio dagli investimenti nelle grandi opere di cui si parla da decenni ma che sono fermi nei cassetti di assessorati e ministeri. Domani, 13 febbraio, e il 14 febbraio al Palazzo Chiaramonte Steri di Palermo saranno questi e altri i temi di MedComTrasporti 2020.

La Sicilia è sì un’isola ma proprio per la sua posizione geografica è la principale candidata a diventare la principale connessione di due reti: la rete trans-europea dei trasporti (TEN-T) e la rete trans-mediterranea dei trasporti (TMN-T). Lo ha detto Francesco Russo, Ordinario di ingegneria e economia dei trasporti presso l’Università degli Studi di Reggio Calabria, già vicepresidente della Regione Calabria, ma, senza il miglioramento del sistema ferroviario il sogno resta solo un’utopia. Per Russo è necessario “esaminare il ruolo della rete ferroviaria italiana nell’ambito dei corridoi europei di cui fa parte, e in particolare del corridoio Scan-Med”. Si tratta del corridoio Sud-Nord che permetterebbe all’Italia di raggiungere i mercati economici più importanti dell’UE.

Come fa notare l’esperto, questo vantaggio “viene ad essere eliminato per due ordini di motivi: mancanza di connessioni ferroviarie di ultimo miglio tra porti e rete ferroviaria, sagome limitate e lunghezza treno ridotta rispetto agli standard europei”.

Ne è ben cosciente anche Gaetano Armao, vicepresidente ed assessore per l’Economia della Regione siciliana, che lo sviluppo di un Paese passa dagli investimenti. Armao è conscio che la condizione di insularità della Sicilia, per la quale “lo Stato non ha posto rimedio mediante forme di compensazione e riequilibrio” rappresenta un grosso limite. Il vicepresidente punta ad ottenere dallo Stato misure di sostegno finanziario al fine di mitigare lo svantaggio competitivo derivante dai maggior costi delle esportazioni e del reperimento delle materie prime. Ma chiede all’Europa di “riconoscere gli svantaggi strutturali che derivano dalla loro condizione, in termini di mobilità, infrastrutture stradali e ferroviarie e di sostegno alle imprese”.

Armao ribadisce il concetto di “sistema” non solo per la continuità territoriale, ma anche per la fiscalità di sviluppo. E di sistema dei trasporti efficiente parla anche Antonello Biriaco, presidente di Confindustria Catania, accoppiato a un’efficace politica di rilancio degli investimenti. È la “carenza infrastrutturale e l’arretratezza logistica del nostro territorio”, secondo Biriaco, che allontana la Sicilia dai mercati e fanno perdere terreno sul fronte della competitività. Creare dunque un sistema che metta in campo risorse e strategie con una visione di lungo periodo è fondamentale per Confindustria.

Domani, a partire dalla 15 a Palazzo Chiaramonte Steri, si susseguiranno gli interventi di numerosi esperti che passeranno in rassegna e proporranno idee e progetti in tema di “Sistema integrato nel comparto aeroporti”, “Aziende in volo per la crescita dell’area”. I lavori proseguiranno per l’intera giornata del 14 febbraio. 

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