In Italia quasi un milione di giovani ha fatto uso di droghe. Ma è nella fascia tra i 15 e i 19 anni che l’incremento appare più allarmante. Al dramma delle sostanze si affiancano le nuove dipendenze: social media, solitudine digitale, e relazioni sempre più fragili. In Sicilia, però, c’è chi ha deciso di non stare a guardare.
Nasce @Lab_School: la risposta educativa della Regione Siciliana
Contro ogni forma di dipendenza giovanile, la Regione Siciliana ha avviato il progetto @Lab_School, un’iniziativa che coinvolge migliaia di studenti e studentesse in tutte le nove province dell’isola, unendo prevenzione, arte e partecipazione attiva.
A Catania, una delle prime tappe, gli studenti delle scuole medie e superiori hanno realizzato un grande dipinto collettivo guidati dall’artista Igor Scalisi Palminteri.
L’opera, frutto di un lavoro comunitario, diventerà itinerante nei comuni etnei. Un gesto simbolico ma potente: raccontare la lotta alla dipendenza con i colori e le voci dei ragazzi.
A margine dell’evento, è stato anche attivato un ciclo di incontri tra scuole e operatori della prevenzione, psicologi, educatori e rappresentanti dell’Asp.

Le “piazze dello spaccio” come strutture paramilitari
Durante la cerimonia di consegna delle tele, il 6 maggio al Liceo Classico “N. Spedalieri” di Catania, le autorità hanno lanciato un allarme chiaro. Secondo il presidente del Tribunale di Catania, Francesco Saverio Maria Mannino, oggi “le piazze dello spaccio sono luoghi organizzati quasi in modo paramilitare”, dove si lavora dalle 9 del mattino fino alle 3 di notte.
A preoccupare non è solo il consumo in aumento, ma il coinvolgimento diretto dei minorenni nelle attività illecite. Nel 2024, il numero dei giovani denunciati per reati droga-correlati è aumentato del 10% rispetto al 2022, raggiungendo 1.246 under-18 a livello nazionale. In Sicilia, le testimonianze raccolte sono inquietanti.
Testimonianze: “Loro sono lì fuori, li vediamo ogni giorno”
“Non li chiamiamo spacciatori, li chiamiamo ‘loro’. Sono fuori scuola, li conosciamo” racconta Michele, studente di terza media dell’I.C. Vittorino da Feltre di Catania. Le sue parole confermano un fenomeno noto a tutti, ma spesso ignorato dagli adulti.
Il comandante dei carabinieri di Piazza Dante, Angelo Pio Mitrione, ha raccontato di un’operazione nel quartiere San Cristoforo: «Alle 9 del mattino la piazza dello spaccio era affollata di giovani, anche minorenni, come un ufficio postale il giorno delle pensioni. Per cinque mesi si sono registrati oltre 200 episodi di spaccio al giorno». Una dinamica che dimostra quanto ormai il fenomeno sia radicato anche in contesti apparentemente “protetti”.

Il crack e le dipendenze compulsive
Il primo dirigente del Commissariato centrale di Catania, Gaetano Di Mauro, ha sottolineato un’altra emergenza: l’uso compulsivo di crack, sostanza che crea dipendenza in tempi brevissimi. “Un ragazzo appena maggiorenne ha confessato di essere andato sei volte in poche ore dallo spacciatore”.
Eppure, nonostante tutto, i ragazzi mostrano uno sguardo lucido. Conoscono la realtà, la vedono ogni giorno, e attraverso progetti come @Lab_School iniziano a raccontarla, rielaborarla e opporvisi. Il messaggio che emerge è chiaro: i giovani non sono il problema, ma la chiave della soluzione. Serve però continuità: non basta un progetto, serve un patto educativo duraturo tra scuola, istituzioni e comunità.
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