La Sicilia sale ancora una volta sul podio per un record negativo. La nostra isola si piazza terza nella classifica nazionale per il lavoro sommerso e abusivo, subito dopo la Calabria e la Campania.

Secondo uno studio condotto dall’Osservatorio Confartigianato Sicilia nell’ambito della campagna nazionale “Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani”, infatti, il 18,5% delle imprese siciliane sarebbero irregolari, con quasi 100.000 imprese artigiane abusive e 280.000 lavoratori non regolari.

I numeri del sommerso

Il quadro tracciato dall’Osservatorio di Confartigianato è desolante. In Italia si aggirano 3,2 milioni di “fantasmi”, tra lavoratori irregolari e operatori abusivi. Un mondo parallelo che pesa con un macigno sulla crescita del nostro Paese e minaccia il lavoro degli imprenditori regolari.

La piaga del lavoro sommerso non risparmia nessuna regione d’Italia, specie il Sud Italia. In particolare, in base ai dati emersi a livello regionale sull’economia non osservata (2019) in Sicilia gli occupati non regolari sarebbero 280 mila, di cui 95600 indipendenti non regolari.

Il primato negativo per lavoratori indipendenti non regolari è detenuto da Palermo (21.800), seguita a stretto giro da Catania (21.500).

Se andiamo a guardare più nel dettaglio i settori maggiormente investiti dal fenomeno sono Agricoltura (37,0%) e Costruzioni (22,0%), mentre per il Manifatturiero esteso si registra un peso del lavoro irregolare ridotto (11,3%).

La quota di valore aggiunto generato dall’impiego di lavoro irregolare rilevata per la nostra regione è, dopo quella di Calabria e Campania, la più alta ed è pari al 7,4% (4,9% nazionale).

I mestieri più esposti alla concorrenza sleale

A subire maggiormente la concorrenza sleale degli operatori abusivi sono soprattutto i mestieri ad alta vocazione artigiana, inclusi i servizi di riparazione di beni per uso personale e per la casa e i restanti mestieri riguardanti la manutenzione e riparazione di autoveicoli (in particolare carrozzieri ed elettrauto).

Su un totale di 39.233 imprese attive con un’alta vocazione artigiana le imprese artigiane perimetrate sono 29.744 e rappresentano il 75,8% del totale, quota circa 4 volte il 18,8% osservato per il totale economia.

L’artigianato è particolarmente esposto in quanto in tali mestieri si concentrano il 41,4% delle imprese del comparto, quota circa 4 volte il 10,3% rilevato per il totale imprese.

In particolare, la vocazione artigiana è particolarmente elevata per i seguenti settori: Acconciatura e estetica (91,7%), Fotografo (84,6%) e Manutenzione e riparazione di autoveicoli (83,0%).

A livello provinciale l’artigianato è più esposto a Caltanissetta (42,9%), Siracusa (42,8%) e Catania (42,4%); mentre rappresenta quote più elevate del totale imprese nei mestieri più esposti al fenomeno dell’abusivismo a Enna (87,0%), Agrigento (81,1%) e Ragusa (79,9%).

Tolleranza zero contro gli operatori improvvisati

La campagna nazionale “Occhio ai furbi! Mettetevi solo in buone mani” ha lo scopo di “mettere in guardia i consumatori dal rischio di cadere nelle mani di operatori improvvisati, valorizzare qualità, durata, rispetto delle norme, convenienza e sicurezza del lavoro dei veri artigiani, richiamare le Autorità ad un’azione di controllo e repressione e di contrasto all’evasione fiscale e contributiva”.

Come sottolinea Andrea Di Vincenzo, segretario di Confartigianato Imprese Sicilia, “Già nel periodo di Natale abbiamo posto l’attenzione sulla lotta all’abusivismo lanciando un video, realizzato da Just Maria, dal titolo ‘Regalati un Natale senza imprevisti – Affidati alle imprese artigiane’, evidenziando i rischi che si corrono affidandosi ai lavoratori irregolari. Una battaglia sempre urgente in questo momento in cui le imprese artigiane cercano di uscire dalla crisi.

Oltre alle campagne però ci vuole un’azione congiunta delle autorità di controllo e degli enti locali nella quale noi siamo pronti a farci parte attiva. Bisogna aumentare i controlli e sconfiggere questo fenomeno. Per premiare gli artigiani che sono riusciti onestamente a sopravvivere alla crisi e per salvaguardare i cittadini e i loro risparmi dagli illegali”.

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